Aveva ragione Federico ll di Svevia a coltivare premurosamente l’amicizia degli Arabi, arguto e lungimirante com’era. Sapeva che dalla dominazione araba c’era tanto da imparare, non solo per quanto concerne la falconeria dalla quale era notoriamente intrigato. L’eccellenza nella tecnica, nella matematica, nella fisica e nell’ingegneria fu una peculiarità che Arabi e Persiani seppero esportare accuratamente in Europa ed Asia, lungo la via della seta. Fra le abilità straordinarie di questi popoli primeggiavano senza dubbio quelle mirabili opere ingegneristiche rimaste pressoché intatte in circa duemila anni: le vie dell’acqua. Si chiamavano “qanat” ed erano complesse reti di canali sotterranei che,…