Sabato, 23 Novembre 2024 14:33
Pasquale Merola

Pasquale Merola

Comunicato Stampa Unimpresa

Crollo dei mercati finanziari, il governo cinese compra azioni sui listini per frenare le vendite. Il governo cinese, tramite dei fondi controllati dallo stato, interviene sui mercati azionari per cercare di riportare la calma dopo il crollo di ieri. Secondo quanto riporta Bloomberg fondi pubblici stanno comprando massicciamente titoli. Le Borse appaiono comunque deboli con Shenzen che ha perso l'1,87% e Shangai lo 0,23%. Hong Kong, ancora aperta, cede lo 0,54%. 

 

Borse europee ancora negative. Brusca inversione per le Borse europee. Dopo un buon inizio, gli indici a metà mattinata cambiano passo e si indeboliscono. Parigi segna un -0,04%, Francoforte un +0,01%, Londra un +0,21%. Milano che si è spinta a guadagnare oltre un punto percentuale lima a +0,25% (a 20.783 punti). A pesare le vendite su Prysmian (-1,7%), Mps (-1,45%), Luxottica (-1,03%). Sempre in luce invece Fca (+2,33%) e Ferrari (+1,88%) a cui si aggiunge Telecom (+1,95%). Lo spread sfiora i 96 punti. 

 

Veneto e NordEst consolidano la ripresa. Nel 2016 Veneto e Nordest consolidano la ripresa con un incremento medio del Pil dell ' 1,3%. Lo rileva la Cgia osservando che questa positiva previsione deriva "dal deprezzamento dell 'euro nei confronti del dollaro, ai prezzi dei prodotti petroliferi in caduta libera e ai tassi di interesse prossimi allo zero" c he vanno a consolidare "la ripresa economica sia nel Veneto sia nel Nordest, anche se speravamo in una crescita economica piu ' vigorosa che, comunque, sara ' superiore al dato medio nazionale". "Quest 'anno la crescita del Pil del Nordest dovrebbe attestarsi attorno all '1,3% - spiega Paolo Zabeo della Cgia - 0,4 punti in piu ' rispetto al 2015. Se negli anni scorsi e ' stato l 'export a segnare un trend sorprendentemente positivo, quest ' anno si aggiungono buone notizie dal mercato del lavoro. Sia in Veneto sia in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione medio annuo dovrebbe scendere di quasi un punto, attestandosi rispettivamente al 5,7 e al 7,8%". A seguito della ripresa dei consumi interni, degli investimenti e al buon andamento del settore manifatturiero - in particolar modo dei macchinari, dell 'occhialeria, della gomma/plastica e dell 'alimentare nel Veneto e del settore del legno/mobile e dei metalli in Friuli - la crisi, a parer di Zabeo, "sembra essere solo un brutto ricordo, anche se molti problemi rimangono ancora sul tappeto. La situazione del credito, i tempi di pagamento, il peso delle tasse e l 'eccessiva burocrazia continuano ad ostacolare il lavoro di chi fa impresa". 

 

Prosegue il calo della disoccupazione in Spagna e in Germania. Continua a calare per il secondo mese di fila il numero dei disoccupati in Spagna: a dicembre il numero di iscritti alle liste di disoccupazione è diminuito di 55.790 unità, un livello superiore rispetto al calo di 50.000 atteso dal mercato, grazie soprattutto ai contratti temporanei per il periodo natalizio. In Germania i disoccupati sono diminuiti di 14.000 unità a dicembre a quota 2,757 milioni. Il dato è migliore rispetto alle stime degli economisti che puntavano su un calo di 8.000 unità. Il tasso di disoccupazione resta al 6,3%, sui minimi dai tempi della Riunificazione tedesca. 

 

Ad Ansaldo Sts (ceduta da Finmeccanica ai giapponesi di Hitachi) l'estensione della metropolitana di Los Angeles. Ansaldo Sts si è aggiudicata un contratto del valore di 31,5 milioni di dollari per la progettazione, fornitura, collaudo e consegna di un sistema di Signaling and Train Control (S&TC) per l'estensione occidentale (West Side Extension) della metropolitana della Los Angeles County Metropolitan Transportation Authority. Lo rende noto la società. L'estensione sarà di circa 3,9 miglia, dall'attuale capolinea di Wilshire/Western Station fino alla nuova stazione Wilshire/La Cienega e comprenderà complessivamente tre nuove stazioni. Il nuovo sistema sarà progettato per assicurare una movimentazione dei treni sicura ed efficiente lungo la linea principale delle estensioni e sui binari di gestione della via. Il contratto, secondo Stefano Siragusa, ceo di Ansaldo Sts simboleggia «la posizione competitiva di Ansaldo Sts sul mercato americano e sottolinea il nostro impegno nel fornire ai propri clienti prodotti e servizi di qualità e all'avanguardia». 

 

Risiko dei farmaci: Bayer vende a Panasonic la cura per il diabete. L'azienda chimica e farmaceutica tedesca Bayer ha venduto le sue attività per la cura del diabete ai giapponesi di Panasonic Healthcare Holdings per 1 miliardo di euro, circa 132 miliardi di yen. Bayer Diabetes Care o Bdc, è un fornitore di sistemi di monitoraggio del glucosio nel sangue per le persone con diabete e professionisti del settore sanitario di tutto il mondo. Il giro d'affari della società è pari a 909 milioni di euro nel 2014.

 

Spread sotto i 100 punti base. Avvio di seduta in ribasso per lo spread tra i btp decennali e i titoli tedeschi di pari durata. Nelle prime fasi delle contrattazioni il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano e il titolo decennale tedesco si colloca a 96 punti base, tre in meno rispetto alla chiusura di ieri. In calo il rendimento del decennale italiano, all'1,53% dall'1,55% del riferimento.

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di Nando Silvestri

Reinventare in chiave teatrale il ruolo di Robin Williams nel film “L’attimo fuggente” senza indulgere a luoghi comuni od omissioni è un’ impresa abbastanza ardua e complessa al tempo stesso. Obiettivo egregiamente raggiunto da Massimiliano Dau e la sua compagnia di attori giovani e brillanti che non hanno lesinato momenti di sano divertimento e acuti spunti di riflessione al deliziato e compiaciuto pubblico in sala. Per quanto concerne cinema e teatro Dau è una punta di diamante della città di Caserta, puntualmente inorgoglita  dal suo fervido fermento creativo riconosciuto, peraltro, in tutta Italia. Il regista e attore teatrale casertano noto ai più per le sue mirabili interpretazioni in noti film e sceneggiati tv al fianco di Franco Nero, Valerio Mastandrea, Massimo Dapporto, Daniele Liotti e Fabio Troiano è oramai un “Magister ludi” del teatro didattico nazionale. Grazie all’ esuberanza artistica sprigionata senza remore né esitazioni sin dai tempi delle scuole elementari, Dau è capace di stillare nel pubblico di tutte le età emozioni senza tempo con rara dovizia e vivido disincanto. Lo spettacolo che Dau ha portato in scena unitamente ai giovani interpreti della “setta dei poeti estinti” ha immediatamente stupito spettatori, docenti e studenti, spesso coinvolti nella stessa recitazione con rutilanti colpi di scena, sano umorismo e lodevole spirito critico. Il “preside Nolan”, magistralmente interpretato dallo stesso attore che nella “Commedia” di Dau recita Virgilio, incarna la superbia di una sottocultura educativa arida, algida, sciatta e retrograda che riduce le emozioni, la creatività e la libertà di pensiero a mera irrazionalità. Dietro un velo di opaco perbenismo, vile ostruzionismo e stonata intransigenza accademica Nolan sacrifica senza pudore alcuno le profondità dell’animo umano, il lucido discernimento, la sensibilità artistica e il salace acume di esseri pensanti come il figliolo. Valori autentici ed intramontabili ai quali anche la scuola moderna e l’attuale sistema formativo universitario sembrano non di rado abdicare in favore dello sterile materialismo, dell’ individualismo, delle prelazioni e delle esecrabili rendite di posizione riferibili a prebende politiche, baronati e mercimoni accademici. Dunque, esiste un “tempo per il coraggio e uno per la cautela”, sostiene il “professore Keating” interpretato con ardore da Massimiliano Dau. Un coraggio che potrebbe identificarsi con l’esigenza di respingere con somma saggezza e impetuosa coscienza gli assiomi e i corollari sdoganati da certi libri di testo, media prezzolati, istituzioni tributarie che affamano i contribuenti attraverso sofismi giurisprudenziali e orientamenti sperequativi  e dalla mala genia di  tutti coloro che ostentano la custodia della “verità” nelle proprie tasche bisunte o grondanti di sangue. Quindi basta recepire con estrema “cautela” la realtà che ci viene propinata con formule bieche e sinistri disegni di asservimento per scongiurare in qualche modo l’annichilimento endemico ed onorare quotidianamente la propria dignità. Il messaggio lanciato da Dau è rivolto agli studenti che dovrebbero apprendere l’arte di coltivare con certosina pazienza i propri sogni, le proprie aspirazioni  ed essere in ogni istante i protagonisti principali della propria realtà. A tale scopo non basta ingurgitare pletore di nozioni statiche e amorfe imposte da libri vuoti e tendenziosi, ma è necessario vivere appieno l’esistenza, cogliendone ogni singolo istante ed evitare in ogni modo di delegare emozioni, sentimenti, entusiasmi, interessi ed Idee a finti profeti. Il messaggio consegnato dal professor Keating (Massimiliano Dau) ai suoi attuali colleghi è invece incentrato sulla necessità di “lasciare un segno” nella personalità di allievi e discenti affinchè sacrifici e fatiche non vengano vanificate da ipocrisia e vanità. Gli edificanti precetti celati dai versi di una poesia e dall’esperienza  devono essere metabolizzati alacremente dagli studenti,  allo scopo di superarne coraggiosamente limiti e dimensioni senza pregiudizi di sorta. Insomma, l’avidità di essere e quella di sapere si identificano per incanto, implicando rischi che bisogna assolutamente correre per ergersi e rompere il silenzio. Questi, gli echi dei dialoghi articolati con sapiente maestria dai giovani attori della compagnia suddetta tra i quali spicca una leggiadra figura femminile degna di nota per garbo e distinzione. Gli applausi fragorosi e scroscianti rivolti a Dau e alla sua nobile missione risuoneranno sino a quando mordere il midollo della vita sarà l’unica alternativa alle tenebre della rassegnata desolazione.

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a cura di Elisa Petroni e Tommaso Mestria.

Oggi vi presentiamo Alfonso Ernesto Navazio (ndr).

Classe 1958, una laurea in Ingegneria Civile, Sezione Trasporti – Gruppo Strutture. Si occupa di politica fin dai tempi dell’università e, iscritto al PSI, entra a far parte del Comitato Direttivo di Sezione, a Melfi. Consigliere comunale per due volte, nel suo comune, riveste anche la carica di vicesindaco. Nel maggio 2001, a capo di una coalizione di centrodestra, viene eletto sindaco di Melfi, che guiderà ininterrottamente per cinque anni. Dal 2004 al 2009 ha rappresentato la Regione Basilicata in seno all’Assemblea Nazionale dei comuni italiani. Viene rieletto sindaco nel 2006. Due anni dopo è nominato Commissario Straordinario del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza prima, successivamente confermato nel settembre 2008 quale Commissario restando in carica fino al 28 febbraio 2010, data in cui si dimette per l’accettazione della candidatura al Consiglio Regionale di Basilicata, nella lista “lo Amo la Lucania”.

Cosa ha lasciato in eredità la sua precedente amministrazione? E cosa lascia quest’ultima?
E’ difficile fare un elenco e soprattutto darne una priorità. Tuttavia c’è un dato che difficilmente può essere smentito e di cui ne vado fiero: avere lasciato una città “indipendente” dai poteri politici forti e per questo “orgogliosa”, il contrario di quest’ultima che fa della sudditanza politica regionale e nazionale il proprio cavallo di battaglia.

E’ possibile riunire tutti i gruppi alternativi all’attuale amministrazione per costruire una coalizione di governo per la città di Melfi?
E’ nell’ordine delle questioni da affrontare nei prossimi mesi. Più di gruppi politici parlerei di uomini e donne di buona volontà che si mettono al servizio di un’idea condivisa per la prospettiva di una Città vivibile, Dinamica, aperta e solidale (il nostro progetto si basa appunto sull’acronimo CiviDas). Un progetto sempreverde che al di là dell’acronimo già conosciuto dai miei concittadini, perché introdotto dalla mia amministrazione, dà l’idea di ciò a cui ogni comunità dovrebbe sempre tendere. Un progetto, quindi il collante di questa ipotetica coalizione, più che il colore politico. Occorre essere alternativi nel senso della prospettiva verso cui tendere e del metodo con cui tentare di realizzarla. Un metodo che nei fatti e non nei proclami coinvolga ed appassioni facendo sentire tutti parte del processo oltre che del progetto.

Per Melfi, oltre all’eccellenza della Fiat, su quali altri settori indirizzare investimenti innovativi e utili per la comunità? Quali saranno i vostri punti programmatici su questo? Quali sull’abbattimento della tassazione e della sburocratizzazione?
I comuni devono occuparsi dei propri cittadini, rispettando le funzioni loro attribuite dalla legge. Spesso ci si vuole sostituire alle competenze proprie di altri Enti finendo per scimmiottare assessorati regionali (con enorme dispendio di risorse). I comuni devono garantire efficienza ed efficacia nella gestione dei servizi somministrati, puntare sulla trasparenza, stimolare la partecipazione. “Il pubblico sono io”, non uno slogan ma una consapevolezza. I nostri punti programmatici? Presto per elencarli ma con certezza posso dire che sarà premiato il REALISMO. E’ facile promettere e spesso conviene. Ma chi si candida a guidare un Paese, non importa quanto sia grande, deve mostrare, al contrario, misura e senso di responsabilità. Penso ad una campagna elettorale basata non su quello che gli altri non hanno fatto ma su ciò che noi riteniamo debba esser fatto.

Cosa ne pensa dello strumento delle primarie? A centrodestra urge selezionare una nuova classe dirigente e attraverso questo strumento si potrebbe agevolare. E’ d’accordo?
Le primarie? Nel centrosinistra si sta perdendo il fascino, nel centrodestra se ne sente la necessità. Troppi anni sono state usate e quindi ad un certo punto manipolate dai primi, troppi anni le hanno snobbate e quindi disincentivate i secondi. La verità è che le primarie, quelle vere, presuppongono l’esistenza di una classe dirigente e di un fermento e dibattito politico oggi quasi del tutto assente. Mancano i luoghi della discussione, manca la discussione. Come si individuano, dunque, i potenziali sfidanti? Mettiamo un annuncio? Ricorriamo alla rete? Facciamo salire dal basso la “resistenza valoriale” liberale e poi ne parliamo.

Uno stato “pesante” che spende e spande. Secondo lei eliminare le società partecipate può essere un primo passo verso la riduzione della spesa pubblica?Sicuramente le duemila e passa società partecipate rappresentano una fetta enorme di spesa pubblica e dunque un peso da controllare. Il buon senso suggerisce di eliminarle. Ma come sempre non occorre fare di tutta l’erba un fascio! Nel panorama delle società pubbliche esistenti ce ne sono alcune con caratteristiche imprenditoriali di valore, meritevoli di essere mantenute in piedi, al contrario di quelle che sono servite e servono tutt’ora, solo a “sistemare” i trombati della politica (non vuole essere un luogo comune ma tant’è!). Su quest’ultime di certo nessuno tentennamento!

Amministratori locali come forza trainante di un centrodestra rinnovato che possa presto tornare vincente. Concorda?
Come si fa a non concordare? Abbiamo assistito in questi ultimi anni ad una deriva della sua classe dirigente, più propensa al proprio posizionamento politico che alla trasmissione di valori liberali. Il caso Basilicata ha rappresentato un caso di scuola : un cerchio, poco magico, che per salvaguardare i propri destini ha abiurato i propri valori, lasciandosi contaminare dalle forze di governo e diventando in tal modo poco credibile come forza di opposizione.

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L’APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA

  • Nov 03, 2015
  • Pubblicato in Salute

In questi giorni il Ministero della Sanità, con specifici provvedimenti e “linee guida” ha avviato la “stretta” sugli esami specialistici che, com’è noto, sono prescritti dal medico curante per le diagnosi finalizzate alla cura di patologie.

In buona sostanza il Governo ha messo le mani avanti: onde avviare un “risparmio “della spesa sanitaria, che soprattutto in Campania ( una delle Regioni sottoposte al rientro della spesa sanitaria) ha pensato bene di sottoporre a questa “stretta”, tra le altre figure professionali sanitarie, il povero medico di medicina generale che, dall’oggi al domani, si vede così “ mortificato” nelle sue specifiche competenze professionali e sottoposto ad una valutazione del suo operato e che lo vedrà inesorabilmente oggetto di un eccessivo “controllo” da parte dell’Azienda Sanitaria Locale a mezzo dei suoi organi ( Direttore Sanitario del Distretto nella cui circoscrizione ove opera e nel quale ha lo Studio).

E questa “stretta”, inesorabilmente, si risolverà con altri disagi al c.d. “cittadino-utente”, al paziente, il quale già afflitto dai lunghissimi “tempi”  necessari per una visita specialistica, per un esame, vede così mortificato o comunque ridimensionato il rapporto fiduciario con il proprio medico curante.

Quella del medico di medicina generale, del c.d. “medico di famiglia”, è una figura prevista dalla L 833/1978 ( Riforma Sanitaria) che trae le sue basi proprio sul rapporto-fiduciario che si viene a creare tra il professionista e l’assistito: il medico diventa un soggetto “indispensabile” nel percorso di prevenzione e cura delle patologie, un primo presidio cui rivolgersi e dal quale “si parte” per gli eventuali ed opportuni approfondimenti diagnostici.

In buona sostanza il cittadino sceglie il proprio medico di medicina generale recandosi alla ASL presso la quale, da specifici elenchi, si estrapola il nominativo del medico e lo si assegna al richiedente: da questo momento si “crea” il rapporto fiduciario e il professionista, oggi fornito anche dei più

 

 

 

 

 

sofisticati sistemi informatici, sarà in grado di seguire il paziente dal punto di vista sanitario.

Con un semplice “click”, ad una visita successiva, sarà in grado di sapere quali patologie ha diagnosticato precedentemente, quali le cure prescritte,

quali gli esami o i ricoveri disposti.

Insomma un continuo “monitoraggio” sulle “nostre” condizioni di salute!

E proprio sull’esatto valore da dare al c.d. “rapporto fiduciario” la giurisprudenza anche di legittimità è intervenuta  pronunciandosi  più volte ed “elaborando” il significato del sinallagma: con la diretta conseguenza che si è “responsabilizzata” e “gratificata” la figura del medico e dall’altra il cittadino-utente-paziente- è oggi consapevole dei propri diritti ad ottenere una assistenza sanitaria ai massimi livelli.

Come detto con gli ultimi provvedimenti che già hanno scatenato un mare di polemiche questo rapporto ne esce incrinato: lo spauracchio della “appropriatezza prescrittiva” toglierà il sonno e pure la ..salute al povero medico che così… sognerà.. o il Direttore Sanitario che gli richiederà ragione sulla necessità  di quel particolare esame, del perché “prescritto”, e che istituzionalmente potrà pure sottoporlo a procedimento anche di tipo disciplinare per la inappropriatezza della prescrizione sanzionandolo economicamente, o addirittura… sognerà la Corte dei Conti.. che un giorno, appunto, potrà chiedergli “conto” sul proprio operato!

A questo punto io credo che una serena riflessione vada assolutamente avviata, pur apparendo chiaro che il medico dovrà attenersi obbligatoriamente ai rigidi criteri fissati dal Ministero, seppure con le immaginabili conseguenze che di qui a poco si diranno, anche in rapporto alla ulteriore circostanza che le predette misure restrittive sono previste anche nella  ulteriore logica di dover “colpire” un altro fenomeno: la prescrizione indiscriminata di esami diagnostici, da parte del medico, onde “coprire” responsabilità di tipo professionale.

Con questi provvedimenti si è colpevolizzata la figura del medico di medicina generale, facendo ricadere i possibili ”disastri” di errori del passato, di natura prettamente politica e che hanno prodotto i ben noti “buchi”, sull’inerme professionista, che ne esce anche mortificato, come si diceva, nella sua professionalità e nel suo giudizio correlato alla necessità o meno di un approfondimento diagnostico, sottoposto ad una “valutazione”

 

 

 

 

 

 

 

da parte di soggetti “estranei” a questo rapporto con il proprio assistito : in buona sostanza si produrrà una situazione in cui al professionista si richiede una immediata diagnosi senza un supporto di tipo diagnostico o che, se tale supporto sia assolutamente necessario, che questo sia “appropriato” alla

patologia e rientrante nell’alveo di  specifici elenchi.

In una situazione paradossale laddove appare del tutto chiaro che anche l’evolversi di una malattia obbliga a dei protocolli diagnostici che troverebbero un ingiustificato tentennamento, nell’applicarli e quindi nel

prescrivere questo o quell’esame, nel timore, per il medico, di incorrere nelle paventate conseguenze.

Ed allora viene spontaneo pensare che vi saranno paradossali situazioni da fronteggiare e che il tutto si tradurrà, da una parte, in una limitazione della professionalità del medico al quale è impedito il diritto/dovere di lavorare secondo “scienza e coscienza”, dall’altro si tradurrà in un danno per il paziente che sarà così costretto, in taluni casi, a rinunciare all’assistenza pubblica.

Ed è auspicabile che si trovino serene e condivise soluzioni che contemperino le esigenze di rispetto della spesa sanitaria, con la dovuta e doverosa assistenza al paziente, ma che in primis salvaguardino anche la professione medica: è impensabile una “ingerenza” in scelte, quelle mediche, che appare evidente nulla hanno a che fare con gli sprechi.

Ogni altro fenomeno o abuso va individuato con i giusti strumenti ma non colpevolizzando, e lo si ripete, il povero medico.

                                                                   Pietro Manzella

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Di Nicola Quaranta

Ci sono prodotti che rappresentano pericoli anche gravi se usati in modo non corretto. Come spiega Health, ci sono prodotti capaci di migliorare il nostro stato di salute, ma altri possono avere l'effetto opposto, se usato in modo non corretto. Vediamo alcuni oggetti o azioni che compiamo quotidianamente come possono diventare fonte di guai.

1 Spugna per la doccia - Meglio evitare di usarle se si hanno ferite o tagli anche piccoli, perché aumenta il rischio d’infezione. Per limitare il problema, scegliere spugne fatte con fibre naturali con enzimi che controllano la crescita dei batteri, strizzare bene la spugna dopo l'uso e conservarla in un posto fresco e asciutto.

2 Deumidificatore - Se non viene lavato e asciugato bene, il deumidificatore può trasformarsi in un nemico per la nostra salute

3 Cotton fioc -  Attenzione perché il cerume serve a proteggere la parte interna dell’orecchio dalla polvere e altri agenti patogeni. Per rimuoverlo è sufficiente pulire la parte più esterna dell’orecchio con un tovagliolo.

4 Sapone antibatterico - Una ricerca condotta dall’Università Elaine Larson ha osservato il livello di batteri nelle case delle famiglie che negli ultimi dieci anni hanno usato questo prodotto e in quelle che invece non l’hanno mai usato. Le famiglie che non usavano il sapone non avevano una maggiore predisposizione a contrarre malattie infettive.

5 Frullatore - Secondo un rapporto dell’Organizzazione per la Salute e la Sicurezza dei Prodotti di Consumo, NSF, i frullatori sono il terzo oggetto più sporco delle cucine.

6 Strumenti per la manicure - Molti batteri vivono sulla pelle, se non laviamo accuratamente gli attrezzi per prenderci cura delle nostre unghie, rischiamo che i batteri, accumulati su questi, si trasferiscano sulle nostre mani.

7 Paletta di gomma - La gomma dell’utensile, secondo la classifica di NSF è il primo oggetto più sporco della cucina.

8 Peluches - Se vi bambini si ammalano spesso è in parte anche colpa loro.

9 Dentifricio sbiancante - La pasta granulosa di cui sono composti rimuove le macchie sui nostri denti, ma allo stesso tempo rimuove anche lo smalto che li protegge.

10 Le sedie - Stare a sedere troppo tempo provoca danni alla schiena e problemi alle articolazioni,

 

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