Sabato, 23 Novembre 2024 09:00

Peppone e Don Camillo, un insegnamento politico d'altri tempi

Pubblicato in Società

"Peppone: un discorso così non è mica uno scherzo, borbottò. Ci vuole un discorso speciale, niente argomenti politici, solo argomenti amministrativi. Opere compiute e soprattutto opere da compiere. Fatti, insomma! In politica i fatti sono fatti anche se sono da farsi. Purché si tratti di roba concreta. Promettere la giustizia sociale è una cosa, promettere un lavatoio pubblico è un'altra. La teoria serve solo per le elezioni nazionali, per le elezioni comunali si deve rimanere nel campo pratico". Questo è un brano tratto da "L'anno di Don Camillo", di Giovannino Guareschi, un libro che recentemente mi appassiona e che mi diverte e che ad un tempo mi sollecita riflessioni che evidentemente sono infinite, perché infinita è la politica con tutti.. i suoi nessi e connessi! In primo luogo mi diverte la copertina per essere raffigurati i personaggi di Don Camillo e di Peppone e gli attori che li interpretavano nei films degli anni 50/60: l'indimenticato Fernandel e il nostro e magistrale Gino Cervi e mi divertono i dialoghi di Don Camillo con Gesù e con lo stesso "onorevole" Peppone che spesse volte, …benchè " comunista" è vittima predestinata del (buon) prete di campagna. Ma, come dicevo, questi racconti, benchè ideati com'è noto tra gli anni 40/50 sono attualissimi e sollecitano più di una riflessione: tra le tante, quella che viene fuori dalla "preparazione" del discorso da parte di Peppone, in occasioni delle elezioni comunali! I (buoni) politici di oggi, e parlo di quelli chiamati ad amministrare il nostro immediato, arriveranno mai a capire che bisogna parlare al cittadino di cose concrete, di ciò che si è fatto o che si intende fare? Ogni discorso, a parte richiami del tutto generali e che poco interessano, finiscono tutti nel dare la "colpa" al politico che è andato a casa, ma nulla offre alla progettualità, a ciò che si intende fare, ad un piano di sviluppo per una città, per un territorio, offrendo una "chiave" per "aprire" una porta di speranza sul futuro! Vi è un richiamo al passato ma solo per dare "addosso" a chi ha amministrato, per criticarne l'operato, ma nulla offrendo e soprattutto "offrendo" qualcosa di nuovo. Girando le città, sia del sud, ma anche del nord, di questo nostro stivale che in ogni caso mi ostino a definire comunque incredibile, vi è degrado dappertutto, probabilmente con toni più accesi lì e non qui o viceversa, ma di degrado si tratta! Buche ed erbacce rappresentano ormai il "benvenuto" delle nostre città con le sue immancabili e fantasiose scritte sui muri, mozziconi ovunque, lattine a bottiglie quale prodotto di una movida(?) a suon di birra e di Lambrusco. Qualcuno dirà che non è colpa dei politici se il cittadino è maleducato: certo, ma ai politici, come dicevo spetta la progettualità che passa anche con l'ordinare controlli e sanzionare gravemente abusi di ogni tipo! E partendo da un presupposto: dare il buon esempio e provvedere- davvero- in via duratura e definitiva, a soddisfare quei pubblici bisogni che trovano la loro fonte dal pagamento delle tasse e delle imposte! La riflessione, come qualcuno direbbe, nasce spontanea: i nostri politici, e scusatemi se faccio Alice nel Paese delle Meraviglie, allora davvero non sanno cosa fare, né hanno idea di cosa significa amministrare la cosa pubblica. Per tutti, proprio per tutti, propongo di andare a scuola da Peppone, e non ci importa proprio nulla che sia…. comunista: aveva a cuore gli interessi della sua gente!

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