Venerdì, 29 Novembre 2024 09:35

Salute: Fistole Anali

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Le fistole anali sono piccoli tunnel patologici ed infetti che mettono in comunicazione l'ano con la cute circostante. Nello specifico, per definirsi tali, le fistole anali devono svilupparsi nella precisa sede anatomica - detta "linea pettinata o linea ano-rettale" - che separa il retto dall'ano, in cui alloggiano le ghiandole anali esocrine. Rappresentano la diretta conseguenza di un'infezione ascessualizzata (ascesso) non curata. Per sviluppare la fistola, l'infezione deve originare a livello della cripta: i patogeni riescono a penetrare nell'apparato sfinterico raggiungendo le cripte delle ghiandole anali.  Quando le ghiandole anali s'infiammano (a causa per esempio di un passaggio di patogeni dalle feci) si forma una sacca di pus che, rompendosi, dà origine alla fistola anale.  Il processo di formazione della fistola può, però, anche essere differente: in determinate circostanze, nelle cripte anali si bloccano residui fecali o secreti mucosi, tali da favorire l'infezione delle ghiandole. A sua volta, l'infezione può essere indotta sia dall'ingresso di materiale fecale nei tubuli escretori, sia da un blocco del deflusso delle ghiandole.  Il quadro clinico di un paziente affetto da fistole anali comprende un intreccio di segni e sintomi piuttosto evidenti. Se, nei primi stadi della patologia, il paziente non si rende conto dell'infezione, nella fase acuta i sintomi non passano certo inavvertiti; notevole è infatti la sensazione di irritazione, prurito e gonfiore a livello anale, che tende ad accentuarsi durante la defecazione e si accompagna tipicamente a perdite, minime ma continue, di feci, pus o muco, che tengono umida la regione anale causando dermatiti e prurito. Il dolore percepito può diventare insopportabile eseguendo determinati movimenti, tanto che alcuni pazienti faticano perfino a rimanere seduti su un piano rigido. Non è raro osservare perdite di sangue o pus con le feci; molto spesso, la perdita di materiale sieroso o pus dall'orifizio anale si manifesta anche indipendentemente dall'evacuazione (incontinenza fecale). In alcuni pazienti si osserva anche un rialzo più o meno importante della temperatura corporea (febbre/febbricola). In assenza di un intervento farmacologico o chirurgico, i sintomi tipici possono degenerare: l'infiammazione cronica data dall'ascesso anale può, col tempo, predisporre allo sviluppo di neoplasie maligne. Nei pazienti gravemente immunocompromessi come quelli colpii da AIDS, la fistola anale tende a degenerare in fascite necrotizzante di Fournier, dunque ad estendersi verso genitali ed inguine. Il trattamento medico delle fistole perineali comprende antibiotici, immunosoppressori ed immunomodulanti. In generale, l'efficacia terapeutica di questi farmaci è piuttosto scarsa, vista l'alta frequenza di recidive alla sospensione del farmaco. La scarsa tendenza alla regressione definitiva, sia essa spontanea o indotta da farmaci, delle fistole anali spinge il medico a sottoporre il paziente ad un delicato intervento chirurgico.

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