Il Cigno Nero delle (Cinque) Stelle? La nuova Lega italiana di Matteo Salvini. Resta solo da stabilire quando il barbuto Cyrano pronuncerà la fatidica frase "E al fin della licenza, io tocco!". Perché prima o poi il sacrificio del suo attuale alleato è un evento non solo scontato ma necessario, guardando alla "constituency" della Lega legata indissolubilmente al benessere e alla crescita economica del Nord produttivo e laborioso. La sua compartecipazione al governo con un movimento della spesa allegra, che mette a carico del contribuente e dell'indebitamento pubblico (che oggi supera del doppio la soglia fisiologica di Maastricht) gigantesche politiche assistenziali, non ha nulla di strategico se non quello di crescere a dismisura da azionista di minoranza al suo esatto opposto, a spese delle.. Stelle. Del resto, il tutto appare come un evento attentamente calcolato. Un segnale molto chiaro in tal senso viene dal differenziale incolmabile di capacità di governo che separa la Lega dall'armada Brancaleone "dimaista", talmente satura di concetti e strumenti maldigeriti, devianti e contorti inerenti il concetto radical-social di democrazia diretta (in cui la Rete è il solo dominus tra cittadini e governanti portavoce), da non avere alcuna nozione della divisione dei poteri all'interno di una democrazia elettiva (illiberale o liberale che dir si voglia).
I seguaci di Grillo sono quelli che si illudono di aver costruito una barca da competizione che appena messa in acqua vinca da sola l'America's Cup, senza che né il suo timoniere abbia mai ottenuto la patente nautica, né i suoi marinai abbiano mai fatto in precedenza un solo giorno di navigazione! Di Maio e la sua allegra compagnia non hanno per voluta ignoranza alcuna idea né su come funzioni e si governi la macchina pubblica che pure intendono guidare, né sulle competenze complesse e sui tempi lunghi (almeno un quarto di secolo!) che sono necessari nello sviluppo di carriera per arrivare ai vertici di un apparato burocratico. Infatti, mentre i governi passano rapidamente, la nave, le sue vele e i suoi motori restano per molti decenni sempre gli stessi: quindi, c'è bisogno di equipaggi molto esperti per farla stare a galla e procedere verso la destinazione stabilita dal comandante pro tempore. A cadenze regolari, ci sarebbe bisogno di sostituire scafo e ed equipaggio per renderla in grado di competere adeguatamente con gli altri sistemi-Paese, ma per questo servono geni e non disoccupati miracolati, che diventano Ministri e parlamentari per grazia elettorale ricevuta!
Salvini ha puntato tutte le sue carte su alleggerimento fiscale, ordine e sicurezza che, stando ai trend del gradimento elettorale, lo porterebbero addirittura al 40percento su base nazionale. In questo, vedo la seguente sequenza mortale per fa precipitare le Stelle. In primis, assecondare le rivendicazioni del Movimento per lo sforamento del deficit, portando alle estreme conseguenze lo scontro con la Commissione, destinato a obbligare Bruxelles alla bocciatura del Def seguita a ruota da quella di mercati e Agenzie di rating. Una volta degradati a bond spazzatura i titoli del debito pubblico italiano, Salvini getterà la spugna seguito a ruota da Di Maio. Tuttavia, è chiaro che prima di andare a elezioni anticipate la Lega avrà buon gioco a predisporre la trappola della modifica dell'attuale legge elettorale, per assegnare un consistente premio al Partito di maggioranza relativa, in modo da precostituire un grande rassemblement elettorale conservatore (definizione che supera quella ormai logora di centro-destra) che inglobi gran parte di Fi e FdI sotto l'egida salviniana. Ai miliziani di Di Maio sarà lasciato il compito complementare di seppellire una sinistra già defunta.
Ma, dietro tutto questo, esiste o no un.. Grande Vecchio? In questo ruolo, vedrei bene, ad es., l'attuale Ministro delle Politiche Comunitarie che, a mio avviso, ha giocato in proprio e in solitario (anche perché nessuno sarebbe stato in grado di seguirlo) una partita raffinatissima, che ne fa il geniale ideatore della Costellazione del Cigno Nero. Ma andiamo con ordine. Tutti sanno e hanno visto il suo benservito da parte del Capo dello Stato che, all'atto della presentazione della lista dei Ministri del primo Governo Conte, lo depennò dal posto in prima fila di Ministro dell'Economia, poi affidato a un tecnico in scala minore come Giovanni Tria (tra l'altro promosso da Professore a Ministro su indicazione, pare, del nostro Machiavelli) a causa delle sue clamorose prese di posizioni pubbliche, a proposito di "Piano B" e dell'uscita dell'Italia dall'Euro. Da non crederci: Savona è stato il più stretto collaboratore di Ciampi nella costruzione e ideazione dei Trattati di Maastricht e della Moneta Unica e, quindi, veniva assai spontaneo il dubbio che il padre della "creatura" (oggi, invero, degna di eutanasia in quanto affetta da grave zoppia e disturbo della vista a medio-lungo raggio) avrebbe mai avuto il coraggio di sopprimerla, rivendicando addirittura pubblicamente la responsabilità di quell'assai maturo infanticidio.
Come in tutte le operazioni di intelligence dai molteplici fini e finalità, Savona si è fatto ripudiare nel ruolo chiave di governo, per avere le mani molto più libere di Ministro senza portafogli che, però, se ne può andare in giro per l'Europa parlando a quattr'occhi con il suo allievo Draghi e con i mammasantissima responsabili del bilancio europeo, che danno i voti all'Italia. Oggi, per accreditarsi con i suoi nuovi referenti politici, Paolo il Magnifico tuona (giustamente!) contro il dominio germanico fondato sull'austerity e sui conti in ordine, e contro l'Euro che si è rivelato un disastro per le economie più deboli come quelle mediterranee. Ci si chiede, quindi: in che campo milita effettivamente Paolo Savona? Indubbiamente, sempre in quello dei "Poteri forti". Vediamo da vicino l'Ulisse che è in lui, costruttore del Cavallo di Troia destinato a ingannare il populismo stellato. Perché se io faccio credere ai vincitori dell'ordalia elettorale del 4 marzo di stare dalla loro parte contro l'establishment d'Europa (quindi, praticamente contro me stesso), allora posso facilmente indurli in tentazione affinché facciano esattamente la mossa sbagliata.
Ovvero, quella di attivare un mare di deficit spending assistenziale che li porterà a sicura rovina per rischio imminente di default. Quindi, la vittima sacrificale del nostro Ulisse è il proconsole Di Maio che utilizza a sproposito la Rupe Tarpea per far fuori gli odiatissimi alti burocrati nostrani e di Bruxelles (sodali e amici dello stesso Savona). Ma, se lui e le sue Stelle cadono precipitevolissimamente ne resta in vita solo uno: Salvini e la Lega. Cioè i suoi veri sponsor, coloro che intendono riformare la Ue e i suoi Trattati "esattamente" come vuole Savona. Ad es., fare, giustamente, della Bce un "Lender of last resort" al pari di qualsivoglia Banca centrale, con l'emissione degli Eurobond. Quindi la Lega e Bannon agiscono come un ariete per espugnare il fortino tedesco e dare una ripassatina alla già tramontata grandeur francese e al suo "tenorino", che nessuno prende veramente in considerazione nemmeno in patria. Così, le elezioni europee di Maggio saranno in realtà le Idi di Marzo per il Cesare che sta a Bruxelles e il nostro Capitan Salvini sarà incoronato un assai provvisorio Cesare Augusto, fintanto che Paolo il Sapiente non avrà sfoderato il suo vero asso nella manica (Draghi)!