Sull’esito negativo del referendum del 17 aprile riceviamo e pubblichiamo una nota di Pino Callà, direttore della Fondazione FareFuturo, sede di Matera.
Nonostante la personalizzazione operata da Renzi che anche con sortite ardite ha contribuito a politicizzare la consultazione che sul merito del quesito era sostanzialmente inutile, il premier in virtùde la rilevazione del dato definitivo sull’ affluenza attestattasi al 32% e quindi molto lontana dal raggiungimento del quorum , di fatto umilia i grillini, la sinistra dem e il centrodestra a vocazione minoritaria che colleziona storica disfatta, rinnegando se stesso per inseguire il populismo e la demagogia che è terreno più congeniale si grillini e una deriva antindustrialista. Non era questo ilmodo per dare una spallata a un governo che non ha investituraopolare, quello che serve sono proposte facce e prospettive credibili in assenza delle quali Renzi governerà indisturbato fino al 2023. Elevato è il dato dell’ affluenza in Basilicata e nella mia città; rispetto nei confronti dei cittadini, di chi si è recato alle urne di chi legittimamente ha ritenuto di astenersi ed è anche questa espressione della volontà dei cittadini, di chi si è espresso con un si è di chi per opzione opposta.Gli italiani votano sempre con cognizione di causa e sono sovrani; quanto Alle prospettive di deve responsabilmente avviare confronto serrato, il nostro paese non può fare a meno di gas e petrolio così come ha bisogno delle rinnovabili in un mix virtuoso. La classe dirigente lucana emarcatamente di centrosinistra che da un ventennio governa la Basilicata in maniera inadeguata deve avviare confronto serrato per rinegoziate con il governo royalties più consistenti del miser 10 %, ripensare le modalità di utilizzo delle stesse, no a misure clientelari come la social card , sì a riduzione per tutti i lucani del prezzo del carburante, dare centralita ai controlli ambientali rimuovendo chi ha sbagliato, investendo le royalties per ridurre gap infrastrutturale in assenza di queste misure i cittadini dovranno mandarli a casa con il voto e non con effetti illusori di un referendum inutile.E ora che l’esasperazione e le reazioni di pancia cedano il passo al pragmatismo, abbandonando slogan e battaglie ideologiche