Di Pino Callà
Il premier Renzi ha impresso di fatto con il suo decisionismo e con la sua rottura nei confronti del sindacato, cinghia di trasmissione tra il blocco sociale dei garantiti e la sinistra , una mutazione genetica al Pd e all'intero centrosinistra. Mutuando nelle enunciazioni , nei proclami e non negli atti, temi e soluzioni che rievocano larvatamente lo spirito con cui nel 94 Berlusconi, nel nome di una rivoluzione liberale aveva dato rappresentanza alla maggioranza silenziosa e al blocco dei non garantiti, costituito da giovani, disoccupati, piccoli e medi imprenditori, artigiani, popolo delle partite iva. Determinando, così, nel centrodestra una sorta di involuzione in termini culturali , di profilo e prospettiva. Alla mission di cambiare il paese con riforme strutturali, in nome del principio liberale dello stato minimo, si è sostituito un profilo populista e statalista , ispirato a slogan demagogici e a temi della sinistra pd e della cgil, con i quali si può conquistare qualche voto tentando di cavalcare l'esasperazione degli italiani, ma con cui non si governa e non si vince, come in Francia l'exploit di Sarkozy ex Ump .Di fatto quanto resta di un 'area che è maggioranza naturale nel paese è guidata da uno scivolamento verso una deriva populista identitaria, sovranista, che ha in Salvini il suo riferimento: in costante crescita con l'implosione di Forza Italia- che sempre sulla carta conta il 7/8 %- , frutto del superamento della leadership del cavaliere che ha perso appeal, credibilità e sembra sempre più attento a tutelare le sue aziende e la sua agibilità politica . Non meglio gli altri “attori” del ricostituendo cdx. Lo stallo che caratterizza FDI- AN, il cui gradimento di Giorgia Meloni non è servito a stimolare il partito, né a imprimere una sterzata in termini di linea politica , ha agevolato il ricorso alla lega e non a promuovere un cantiere aperto per un soggetto che abbia ambizione di essere anima e motore del centrodestra, che in virtù della formulazione dell'Italicum con premio di maggioranza alla lista, imporrebbe uno sforzo inclusivo nella direzione di soggetti plurali a vocazione maggioritaria selezionando con le primarie la classe dirigente. La scelta di Alfano che ha portato Ncd all'estinzione pur di difendere ruoli di governo in una compagine di centrosinistra, contribuendo all'ascesa del premier compensando di fatto l'emorragia in atto a sinistra. Se a determinare questo processo, vedasi il recente abbandono dell'ex segretario regionale pugliese di Forza Italia Amoruso , è l'indubbio timore del voto anticipato e quindi ragioni tutt'altro che alte e nobili , va con onestà intellettuale rilevato che vi è anche l'assoluta irrilevanza di opzione con cultura di governo, liberale, modernizzatrice, distinta da Salvini e dal profilo che incarna. Sarebbe da irresponsabili non cogliere questo dato, infatti, gli stessi Fitto e Tosi non devono sottrarsi dall'improcrastinabile determinazione di dar corso insieme alla Meloni- abbandonando le vecchie retoriche dell’economia protezionista - di correggere il tiro in termini di proposta politica a un 'area che di fatto consenta al centrodestra di riappropriarsi della rappresentanza del blocco sociale di riferimento. La nuova area di cdx per tornare ad essere credibile,dovrebbe seguire la strada già tracciata da iniziative come la Sveglia Centrodestra con gli eventi di Milano , Roma e Perugia attraverso una piattaforma programmatica autenticamente riformatrice e una proposta ben strutturata sulle modalità di svolgimento delle primarie a tutti i livelli per la selezione della classe dirigente. Ad indicare la rotta in maniera chiara e lungimirante: abdicare a questa nuova direzione significherebbe assumersi la responsabilità di aver condannato il centrodestra all'opposizione per i prossimi lustri.