Allevatori del Sud in mobilitazione

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La crisi degli allevamenti territoriali nel Sud Italia ha raggiunto livelli allarmanti. Le stalle si svuotano, la transumanza – pratica millenaria riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità – è a rischio, e le economie rurali soffrono. Due allevatori, in Sicilia e in Campania, hanno iniziato lo sciopero della fame per attirare l’attenzione su una situazione ormai insostenibile. Il fallimento dei Piani di eradicazione della brucellosi (BRC) e della tubercolosi bovina (TBC) nelle regioni meridionali ha aggravato il problema. Secondo il Ministero della Salute, negli ultimi vent’anni la Sicilia ha registrato oltre il 61% dei focolai di BRC in Italia, la Campania il 18%, la Calabria quasi il 10% e la Puglia oltre il 5%. Mentre nel Centro-Nord gli allevamenti sono stati dichiarati indenni, al Sud gli interventi sanitari si sono rivelati inefficaci, causando sprechi di risorse pubbliche e gravi danni economici.

 Le richieste degli allevatori

 Gli allevatori mobilitati chiedono al Governo azioni concrete per salvare il settore:

1. Applicazione dell’ordine del giorno G/452/7/1 e 5 al DDL n. 452, già approvato all’unanimità dal Senato, per riorganizzare i Piani di eradicazione secondo gli standard internazionali ed europei.

2. Risposta alla richiesta parlamentare di istituire un Commissario Nazionale per affrontare la crisi, come concordato nel tavolo del Ministero della Salute del 22 maggio 2023.

3. Nomina immediata del Commissario Nazionale per BRC e TBC nelle regioni non indenni, sul modello del Commissariato per la Peste Suina Africana.

4. Riforma delle strategie sanitarie per combattere le zoonosi, garantendo trasparenza e coinvolgendo attivamente gli allevatori nelle decisioni.

5. Tutela economica del settore con piani di indennizzo per il mancato reddito e misure contro le distorsioni del mercato della carne.

6. Istituzione di tavoli permanenti regionali per monitorare e migliorare l’efficacia dei piani sanitari.

 Il ruolo cruciale del Commissario Nazionale

 La nomina di un Commissario Nazionale rappresenterebbe un’opportunità per ristabilire fiducia tra istituzioni e allevatori, applicando metodi scientifici efficaci già sperimentati con successo in passato, come nel caso della Provincia di Caserta tra il 2007 e il 2011.

Le priorità del Commissariato dovrebbero essere:

• Il rispetto delle normative europee e delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE).

• Il riconoscimento degli allevatori come Operatori di Sicurezza Alimentare (OSA), con il potenziamento dell’autocontrollo veterinario aziendale.

• L’uniformità delle strategie tra le diverse regioni, evitando interpretazioni discordanti delle norme.

• L’adozione di un piano di vaccinazione per la BRC, in linea con le raccomandazioni europee, per fermare la malattia senza decimare inutilmente gli allevamenti.

 

Gli allevatori ribadiscono con forza il loro messaggio: va eradicata la malattia, non gli allevamenti.

di Andreina Nacca

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