Giovedì, 26 Dicembre 2024 21:21

Tsunami Digitale, la Cina accelera lo sviluppo del 6G

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Mentre il parlamento europeo si affretta a far approvare la legge sulla “libertà dei media”, la cui ratio legis è animata da “motivi imperativi di interesse generale e di sicurezza nazionale”, legge che consentirà ai governi dell'UE di controllare i giornalisti, i loro familiari e le rispettive redazioni, mediante l’installazione da remoto di uno spyware sui loro dispositivi di uso quotidiano (esempio tipo è l’israeliano Pegasus, quello usato per “pedinare digitalmente” il giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi e una ventina di membri del suo entourage) la Cina intanto sta massimizzando i suoi sforzi sulla rete Internet di prossima generazione, intensificando la ricerca e lo sviluppo della tecnologia 6G per costruire nuove infrastrutture informative e accelerare l'adozione di “nuove tecnologie” dell'informazione e della comunicazione in vari settori. L’opinione dei tre maggiori esperti Cinesi, Di Chen Zhi, Gao Yuan e Qiao Xinsheng convergono in una “intervista congiunta” rilasciata al China Daily, ecco un estratto: “L'evoluzione della comunicazione mobile ha rivoluzionato il mondo negli ultimi quattro decenni, e in ogni decennio è emersa almeno una nuova tecnologia dirompente sul mercato. Se il 5G ha aperto la strada all'internet delle cose*, il 6G si pone l'obiettivo di portare ulteriormente avanti questo concetto, trasformandosi in una piattaforma per l' “intelligenza collettiva” connessa. Le prospettive indicano che il 6G contribuirà a interconnettere reti di comunicazione mobile con un vasto assortimento di dispositivi intelligenti, consentendo la connettività in tempo reale tra il mondo fisico e digitale grazie all'intelligenza artificiale e al suo apprendimento automatico indipendente. Inoltre, si prevede che agevolerà l'accesso istantaneo a una vasta quantità di informazioni in tempo reale, consentendo a miliardi persone di accedere a un mondo “intelligente” e interconnesso, di conseguenza il 6G sarà il prossimo “Tsunami digitale”. Nonostante si trovi ancora nelle prime fasi di sviluppo, il 6G si preannuncia come un ambiente unificato che collega spazi virtuali e fisici, favorendo l'intelligenza collettiva connessa. Questa tecnologia 6G incorporerà diverse reti, tra cui la comunicazione cellulare, satellitare e quella fornita da droni per agevolare la raccolta di informazioni. In particolare, sarà caratterizzata da numerosissimi piccoli satelliti, distribuiti uniformemente in orbita, che costituiranno una rete wireless aerea, coprendo l'intero pianeta. Questa caratteristica distintiva differenzierà il 6G dalle generazioni precedenti di reti di comunicazione. Per quanto riguarda gli indicatori di prestazione di rete, si prevede che il 6G apporterà miglioramenti significativi nelle velocità di trasmissione, nella latenza end-to-end, nell'affidabilità, nello spettro e nell'efficienza della rete, soddisfacendo così le diverse esigenze delle industrie. Un punto chiave è che il 6G incorporerà l'IA nella progettazione di sistemi di comunicazione mobile end-to-end. Fornirà servizi di intelligenza artificiale in modo pervasivo, ottimizzando le prestazioni del sistema e l'esperienza dell'utente. Una caratteristica rivoluzionaria del 6G sarà l'uso delle onde radio per monitorare il mondo fisico, trasmettere e recuperare segnali, e abilitare avanzate capacità di percezione. Il 6G promette di contribuire all'aumento della produzione, migliorare la qualità della vita, incrementare l'efficienza, stimolare l'innovazione nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e creare nuove opportunità per l'economia digitale. Le possibili applicazioni della tecnologia includono la comunicazione integrata tra spazio aereo e terrestre, consentendo agli utenti di accedere alla banda larga mobile in città, in zone rurali, e persino su aerei e navi. È evidente che il 6G contribuirà a potenziare le industrie, integrare vari settori, e supportare iniziative come fabbriche intelligenti, veicoli connessi e telemedicina. Inoltre, il 6G risponderà alle esigenze degli utenti che vanno oltre il 5G, compresi il controllo preciso del movimento e la comunicazione immersiva nella realtà aumentata e virtuale. La corsa globale per il 6G è già iniziata e questa tecnologia potrebbe entrare nel mercato intorno al 2030. Nel 2019, il Ministero dell'Industria e della Tecnologia dell'Informazione Cinese ha istituito il Gruppo di Promozione IMT-2030 (6G), finanziando una piattaforma per favorire la cooperazione tra industrie, istituzioni di ricerca e operatori nel campo delle ICT. Le società Internet cinesi e i produttori di apparecchiature stanno conducendo ricerche sul 6G in base alle rispettive competenze tecnologiche. Per esempio, China Mobile, dopo aver presentato la prima architettura di rete sistemica 6G al mondo, ha fatto progressi significativi nelle tecnologie chiave come la nuova trasmissione wireless, i nuovi protocolli di rete e le reti digital twin. Allo stesso modo, Huawei e ZTE, leader nella produzione di apparecchiature, hanno intensificato gli sforzi di ricerca nel campo del 6G. Nel 2022, Huawei ha pubblicato un libro bianco sul 6G, che rappresenta un'analisi completa delle potenziali applicazioni, dei requisiti e delle tecnologie di supporto per le reti wireless 6G. Poiché i requisiti e l'ecosistema industriale del 6G sono più complessi rispetto agli ecosistemi high-tech esistenti, è essenziale una maggiore collaborazione tra aziende, università e istituti di ricerca cinesi per promuovere sviluppo e ricerca. La sperimentazione di tecnologie chiave e la definizione di diversi scenari applicativi saranno fondamentali per ottenere progressi significativi nell'ambito dell'alta tecnologia. Pertanto, è necessario implementare piattaforme “aperte” di collaborazione nella tecnologia 6G, creare opportunità di cooperazione internazionale più ampie e convalidare congiuntamente il 6G con i paesi partner interessati, al fine di sviluppare un ecosistema industriale 6G globale che sia vantaggioso, solidale e collaborativo per tutti i popoli coinvolti coinvolti.” A onor del vero, più che di intervista, questa dichiarazione congiunta senza domande e risposte rilasciata al China Daily, ha più il sapore di un manifesto ideologico governativo, una moral suasion sulla necessaria pervasività, invisibilità e impercettibilità di quelle tecnologie radicali che promettono di dare ad ognuno il pieno controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda. Pervasività che una volta innescata, soprattutto da un governo totalitario e senza chiedere permesso, si autoalimenta senza lasciare alcuna scelta ne via d’uscita. Una società del controllo totale, che comprime tutte libertà, sogno per alcuni ma incubo per altri, che fa un uso intensivo di tecnologie impercettibili che spingono inesorabilmente il cittadino a prendere decisioni che altrimenti non avrebbe mai consapevolmente preso, cedendo di fatto con un semplice click i propri diritti. Una speranza per sfuggire a questa “trappola” c’è, esiste ed è a portata di click per tutti coloro che, percependo di avere ancora una dignità e un dovere morale e civico, verso se stessi, i loro figli e verso le future generazioni, navigheranno per informarsi e formarsi, per conoscere meglio la logica e il funzionamento di queste tecnologie radicali. Oltre duecento anni fa Vincenzo Cuoco, esule in Francia, riflettendo sul fallimento della rivoluzione del 1799 scrisse amaramente «il popolo non si muove per raziocinio, ma per bisogno». Difficilmente quindi si muoverà questo popolo atomizzato, folla solitaria e stordita, oggi come allora, che non è in grado di assumere dignitose posizioni di responsabilità individuali e collettive, almeno fin quando non gli sarà tolto l’ultimo bonus, l’ultimo piatto di pastasciutta, cosa che il “tutori legali a Roma e i giudici tutelari a Bruxelles”, al momento si guardano bene dal farlo. * Internet delle cose: “l'Internet of Things -IoT- descrive la rete di oggetti fisici, ossia le "things", le “cose”. Questi dispositivi vanno dai normali oggetti domestici (es: smartphone, frigoriferi intelligenti, smartwatch, allarmi antincendio, serrature, sensori medicali, sistemi di sicurezza, assistenti virtuali come Alexa, Google Home etc. etc.) ai sofisticati strumenti industriali. “Cose” che hanno sensori, software e altre tecnologie integrate nel loro “corpo” con lo scopo di connettere e scambiare dati con altri dispositivi e sistemi collegati alla rete Internet, in particolar modo sistemi automatici di raccolta e immagazzinamento dati di ogni genere. Con oltre 10 miliardi di dispositivi IoT connessi attualmente, gli esperti stimano che questo numero crescerà ad almeno 22 miliardi entro il 2025. Luigi Speciale

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