Tutte le porte si sono chiuse per l'Europa, le PMI e il comparto servizi tedeschi stanno cambiando il quadro europeo, ma a tinte sempre più fosche. Una sorpresa, nota solo da poche ore, ci dà la chiave di lettura: l'Europa sta entrando in recessione con una flessione molto più forte del previsto. Gli ultimi dati sembravano indicare che il settore dei servizi potesse essere la chiave per sostenere l'economia europea evitandogli l'ingresso in recessione ma i dati di oggi in Germania, che ci si aspettava fossero superiori a 50 dell’indice PMI, segnando così un'espansione e non una recessione, sono stati stravolti dalla realtà. Un indice PMI 47,3 mostra che anche il settore dei servizi in Germania è in recessione, insieme al settore manifatturiero da tempo contrastato dalla Cina, contrastato poi dall'energia, contrastato dalla guerra in Ucraina, contrastato dalla siccità, contrastato anche da un comparto europeo che non funge più da volano per l'economia tedesca. Un 47,3 che segna il percorso di una recessione in Europa che i burocrati della UE e della BCE illudevano i Governi, e si illudevano, che potesse essere evitata grazie al settore dei servizi tedesco che oggi invece ha perso ogni speranza. Il terzo trimestre è la chiave per capire se l'ingresso in una recessione ancora più aggressiva è già certo o solo procrastinato per un po. Il secondo trimestre lascia in una posizione complicata non solo il settore manifatturiero ma anche quello dei servizi tedeschi, non c'è più nessuno a difendere l'economia tedesca, che non è più il motore economico dell'Europa nel suo complesso, ma è ormai solo l'ultimo vagone. Non più locomotiva d'Europa ma vagone di coda, per giunta con le ruote bloccate, e che gli altri paesi europei sono obbligati ad accollarsi per evitare che trascini tutti gli altri vagoni nel baratro della recessione economica che, ad esempio, l'Olanda sta già vivendo sulla pelle dei suoi cittadini, Ma tutti tacciono. Il quadro generale mostra molto chiaramente il contrasto tra un'Europa il cui motore si sta fermando e un'economia globale che cerca nuovi protagonisti. Ad esempio l'India, che sta cercando risorse sulla luna che potrebbero essere fondamentali nel medio-lungo termine, ed è lampante come sta cambiando il pianeta grazie ai BRICS riuniti dal 22 al 24 agosto in uno storico summit per ampliare il numero dei membri, cambiando il quadro geopolitico globale in maniera accelerata, dal vecchio continente al nuovo mondo, segnato dallo slancio soprattutto di India e Russia, anch’essa con il suo tentativo di atterrare sul lato oscuro della luna, simbolo metaforico di ciò che sta accadendo, mentre l'Europa cerca aggressivamente di negare una recessione già segnata da un'economia inefficace ed obsoleta, quasi preilluministica. Il leader Indiano con un razzo dall'India, verso quel lato nascosto della luna inizia una nuova fase dell’industria aerospaziale da cui l'Europa è ormai lontana anni luce. Nel frattempo Huawei sta costruendo una rete indipendente con un sostegno statale di 30 miliardi di dollari aggirando così le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall'UE che continuano caparbiamente, a sostenere che non ci sono componenti che vanno in Cina in modo che possano sviluppare questa nuova generazione di componenti di chip nella loro industria. Eppure la Cina ha messo 30 miliardi di dollari per finanziare la propria rete, così come riportato da Bloomberg, il 23 Agosto 2023, Bloomberg, non RT (Russia Today) finanziata dal Cremlino, e si ritiene che Huawei abbia già firmato il contratto per acquistare macchine utensili e materiali in grado di costruire chip di nuova generazione. Macchinari che permettono di lavorare su una nuova generazione di chip intorno ai 4 nanometri, qualcosa che potrebbe essere fuori dalla portata della Cina, se non fosse per quelle scellerate mosse che hanno messo di nuovo in scacco gli Stati Uniti, e i suoi alleati, nel cercare di rallentare, attraverso inutili sanzioni o blocchi, quello che sembra inevitabile, ovvero lo sviluppo tecnologico della seconda economia del mondo che ha abbastanza liquidità da far scricchiolare le gambe del tavolo da gioco. E oggi quelli del governo Biden hanno scoperto dove si trova quella liquidità...proprio nello sviluppo tecnologico, 30 miliardi di dollari buttati nel piatto in modo che Huawei non dipenda dalle esportazioni o da altro che non siano i soldi del loro Stato, o se volete del Partito Comunista Cinese, ovvero i soldi dei cinesi, al netto delle speculazioni immobiliari e dei vari sistema Ponzi in salsa wasabi. Il famigerato “salto quantico” che l'economia cinese sta cercando di fare a tutti i costi anche prima del 2030. Cattive notizie per gli Stati Uniti quindi, ancor più cattive notizie per l'Europa, che ha visto come il blocco o il tentativo della Germania nei giorni scorsi di riprogrammare tutte le reti 5G, cercando di porre il veto su CTA e Huawei, non solo potrebbe andare male a causa dei costi proibitivi, ma la battaglia dei microchip potrebbe essere praticamente persa per il colosso tedesco che oggi, come anticipato, ci ha restituito un tetro quadro della sua economia, non solo nelle PMI e nel manifatturiero, ma anche del settore dei servizi che è anch’esso ormai in grave recessione. Inoltre il quadro planetario globale ci sta mostrando, con l’espansione di questa nuova economia BRICS alternativa al G7, alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, ma soprattutto sganciata dal dollaro USA, una fotografia chiave per cercare di capire se gli Stati Uniti vogliono davvero eliminare l'uranio russo come fonte primaria per l'arricchimento delle centrali nucleari, per cercare alternative in Messico dove già si cominciano a vedere i movimenti degli Stati Uniti, ai confini del Texas, per cercare siti dove implementare fabbriche che inizino a produrre uranio su larga scala, fondamentale per evitare una crisi energetica negli States, se verranno gli imposte sanzioni o se la Russia bloccherà definitivamente la vendita di uranio. L'uranio è stato, sanzione dopo sanzione, uno degli elementi “immuni” che non sono mai stati inclusi negli elenchi dell'UE, degli Stati Uniti o dei paesi del G7, tuttavia la situazione si è improvvisamente, ma prevedibilmente, ribaltata soprattutto grazie all’ossessione dell’UE di tagliare fuori la Russia dalla lista fornitori di materie fondamentali per i paesi comunitari e contestualmente rifornendo di armi il governo Ucraino come se non esistesse un domani, mettendosi di fatto ai piedi di Pilato. L'uranio Russo, per alcune sue proprietà, è di un tipo fondamentale non tanto per l'Europa quanto per gli Stati Uniti. L’UE continua autisticamente a solleticare Putin con la piuma delle sanzioni e a saccheggiare il welfare dei paesi europei per pagare le armi all’Ucraina, mentre gli Stati Uniti cercano con calma e tranquillità alternative che possano essere utilizzate per sostituire l'uranio russo, con un cinismo economico che gli economisti di tutto il mondo denunciano da più di un anno e mezzo, in cui l'Europa deve fare tutti i sacrifici, i paesi aderenti all’UE devono decrescere, strutturalmente intrappolati dalle loro stesse politiche suicide, mentre gli Stati Uniti devono curare i propri interessi, anche se l'uranio è russo, perché la chiave fondamentale è che gli Stati Uniti continuino la loro crescita economica, o per meglio dire, il Governo Biden continui ad indebitare il cittadino USA, almeno fino alle prossime elezioni. Putin, in videoconferenza, al BRICS annuncia che la Russia istituirà controlli sui capitali per evitare che l'inflazione vada fuori controllo e che il rublo continui la sua caduta. Sostiene inoltre che saranno controlli attuati per difendere i cittadini russi dall'inflazione incontrollata, e che i controlli sui capitali e dei prezzi al consumo, con la significativa speculazione che ha avuto luogo, soprattutto nelle ultime settimane, saranno la chiave per ristabilire il livello del rublo e quindi anche il livello di inflazione in Russia, contemporaneamente dichiara irreversibile il processo di de-dollarizzazione globale iniziato ormai da alcuni anni, processo particolarmente preso a cuore da molti governi in America Latina. Intanto, dopo gli ennesimi attacchi su Mosca si indaga su quanto circola sul mar nero, navi con grano o armi, per cui i cittadini europei stanno pagando la guerra non solo in Ucraina, ma anche in altri due teatri di guerra, ormai chiari e nitidi. Entrambi entro i confini Russi. E questo è il passo successivo che gli uomini di buona volontà non volevano far compiere.
Luigi Speciale