Venerdì, 22 Novembre 2024 22:55

Arriva il maxi decreto su sofferenze bancarie

Pubblicato in Economia e Diritto

Arriva il maxi decreto su sofferenze, indennizzi e Bcc. Stasera alle 21 convocato il Cdm che dovrebbe dare il via libera, salvo sorprese, agli interventi in materia creditizia. Sul tavolo, oltre alla riforma delle Bcc (praticamente dettata dalle associazioni), la bad bank nella versione mini imposta dalla Ue e le misure per risarcire i risparmiatori traditi, che potrebbe riguardare una platea molto limitata di casi.

Dopo le banche le assicurazioni. L'Ivass "sussurra" i rischi sulle polizze unit linked. Bomba da 30 miliardi per i risparmiatori. (nostra) Dopo le truffe sulle obbligazioni subordinate si affaccia all'orizzonte un'altra trappola per i risparmiatori: si tratta delle unit linked (polizze di carattere finanziario) che le compagnie negli ultimi anni stanno piazzando a mani basse perché scaricano tutti i rischi sul cliente e permettono alle società di essere in regola con i nuovi parametri patrimoniali previsti da Solvency II (le altre polizze devono essere coperte da adeguate riserve). Solo nel 2015 la raccolta è stata di 30 miliardi (il 30% di tutte le polizze vita), il doppio rispetto al 2014. Si tratta, però, di prodotti complessi ad alto rischio (non a caso seguono le norme Mifid e sono pure controllati dalla Consob) che i consumatori non sono in grado di valutare. Le autorità, temendo il peggio, stanno iniziando a lanciare piccoli allarmi, così tra qualche anno potranno dire che ci avevano avvertiti. L'Eiopa (authority Ue) a fine anno ha scritto nero su bianco che "i consumatori spesso hanno difficoltà a capire i rischi, i livelli delle garanzie, i costi/carichi e le altre caratteristiche di questi prodotti". E ora si è svegliata anche la nostra Ivass, che la scorsa settimana ha annunciato di avere un piano di azione. Per ora, però, l'authority di fatto governata da Bankitalia si è limitata ad un comunicato di una pagina con uno scarno vademecum in 5 punti per mettere in guardia i clienti. Il minimo sindacale per pararsi il didietro.

Malgrado il QE di Draghi le banche hanno prestato alle imprese nel 2015 15 miliardi in meno. Le difficolta' in cui si muovono le banche in Italia hanno prodotto 15 miliardi di euro in meno di prestiti alle imprese nel 2015. Il dato lo rende noto la Cgia di Mestre. Per la Cgia "le difficolta' che stanno vivendo in queste ultime settimane i nostri istituti di credito hanno gia' prodotto in netto anticipo degli effetti pesantissimi per l'economia reale del nostro Paese che, nei prossimi mesi, potrebbero addirittura far peggiorare la situazione". Nel 2015, infatti - secondo la Cgia -, i prestiti bancari alle imprese (societa' non finanziarie e famiglie produttrici) sono diminuiti di oltre 15 miliardi di euro, nonostante la domanda di credito delle aziende sia aumentata del 3 per cento circa.  "Sebbene le banche italiane abbiano potuto beneficiare di importanti misure messe in campo dalla Bce, come il Quantitative easing e il Tltro - ricorda il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - questi soldi non stanno arrivando alle aziende. E' vero che nel frattempo l'incidenza delle sofferenze sugli impieghi in capo alle imprese e' aumentata, ma e' altrettanto vero che gli istituti di credito sono ancora poco inclini ad impegnare nell'economia reale i soldi ricevuti da Francoforte". La Cgia ricorda che nel dicembre 2014 le imprese italiane avevano in essere dal sistema bancario 900,8 miliardi di euro di prestiti: un anno dopo lo stock complessivo e' sceso di 15,1 miliardi raggiungendo quota 885,7 (-1,7 per cento). Nello stesso periodo, invece, le sofferenze riconducibili alle aziende sono passate da 145,7 a 159,2 miliardi di euro (+9,2 per cento).

 Il governo festeggia l'aumento della produzione industriale. La produzione dell'industria e' cresciuta dell'1% nella media del 2015 rispetto all'anno precedente. Cosi' l'Istat. Si tratta del primo incremento dopo quattro anni, ovvero dal 2011 quando c'era stato un aumento dell'1,2%. Per quanto riguarda dicembre 2015, il dato e' in calo dello 0,7% rispetto a novembre e dell'1% rispetto a dicembre 2014. Nell'insieme del quarto trimestre la produzione e' in flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nel 2015 la produzione industriale in Italia "conferma la ripresa dell'economia". Cosi' il Mef commenta i dati Istat resi noti oggi che mostrano una crescita dell'1% sul 2014. Nel 2013, ricorda il ministero, l'indice aveva segnalato un pesante arretramento dell'economia: -3,2% sul 2012 (dati corretti per effetti di calendario). Nel 2014 la caduta aveva fatto segnare un rallentamento (-0,5% su 2013), e in un quadro ancora difficile (nel quarto trimestre -1,4% sul trimestre precedente) l'anno si chiudeva con un segnale di miglioramento (a dicembre 2014 +0,2% sul mese precedente). "La tendenza alla ripresa - conclude il Mef - si e' quindi confermata nel 2015". 

 Riparte l'esame del ddl concorrenza. L'esame del ddl concorrenza in commissione Industria al Senato riparte con un calendario di incontri molto fitto per tutta la settimana, compreso venerdi'. Le votazioni, appena riprese, riguardano ancora il capitolo assicurazioni e per quanto riguarda gli articoli accantonati (3, 7 e 8) su sconti rc auto e trasparenza si attendono ancora le riformulazioni dei relatori che dovrebbero pero' arrivare in giornata.

 Lady fisco smentisce Equitalia: le cartelle pazze sono solo il 10% (e non il 20%). "Il dato fornito ieri da Equitalia", che il 20,5% del totale affidato sono cartelle non dovute, "va letto alla luce di due periodi: attualmente il dato medio degli ultimi cinque anni è del 10%" di cartelle annullate "in autotutela, che è un dato fisiologico e non é un numero altissimo. Mentre il 20% é un dato pre-riforma, in cui c''è stata una ripulitura massiccia tra il 2006 e il 2010". A dirlo è la direttrice dell''Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, rispondendo a una domanda in audizione in commissione Anagrafe tributaria.

 Asahi offre 3 miliardi per la Peroni. Il produttore giapponese di birra Asahi ha offerto 400 miliardi di yen (poco piu' di 3 miliardi di euro) per rilevare il marchio italiano Peroni dal gruppo SABMiller. Se l'operazione andasse in porto si tratterebbe dalla maggiore acquisizione da parte di un'azienda giapponese nel comparto della birra. L'esito della trattativa, secondo il giornale Nikkei, potrebbe giungere nel corso dei prossimi giorni, e fa parte del processo di consolidamento del settore delle bevande in atto negli ultimi anni. La SABMiller, recentemente acquistata dal conglomerato Anheuser-Busch InBev, ha necessita' di cedere il marchio italiano Peroni che controlla dal 2003 e l'olandese Grolsch come parte della trattativa. Asahi, la cui strategia di mercato si concentra sull'Asia e l'Oceania, intende espandersi su mercati dalla lunga tradizione che le consentirebbero anche una maggiore penetrazione della sua etichetta Super Dry.

 

Ripartono le Borse. Borse europee positive, guidate da Milano (+4%) che si prende la rivincita dopo due sedute da dimenticare. Salgono tutte le piazze, da Madrid (+2,4%) ad Atene (+1,92%), Parigi (+1,78%), Francoforte (+1,53%) e Londra (+0,97%). Positivi i futures Usa in attesa di dati sui mutui settimanali e sul deficit pubblico mensile. Gli acquisti si orientano sui bancari italiani. Intanto, e' ancora in calo lo spread tra Btp e Bund, che scende ora a 135 punti con un rendimento del titolo decennale italiano all'1,59%. 


Lo spread scende sotto i 140 punti base. Segnali di distensione sul mercato dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund scende sotto i 140 punti attestandosi a 137 rispetto ai 146 in chiusura ieri. Dopo due giorni di vendite, torna il denaro sul decennale italiano che vede scendere il rendimento all'1,61% dopo aver toccato un massimo dell'1,74% nella giornata di ieri.Si raffredda anche il super yen per effetto delle vendite sul bond giapponese che ieri presentava rendimenti negativi mentre oggi torna allo 0,020%.

Fonte: Unimpresa

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