La società casertana ‘360open’ tra le protagoniste del Festival internazionale della Robotica di Pisa. Un evento unico nel suo genere che mira alla diffusione della conoscenza della robotica in tutti i suoi ambiti e applicazioni attraverso l’individuazione dei progetti più innovativi. La ‘360open’ – nata nel 2015 dall’intuizione di quattro giovani professionisti di Terra di Lavoro che hanno deciso di occuparsi di Intelligenza artificiale, Finanza innovativa, Economia responsabile, Finanza di progetto e Sharing Economy – è stata selezionata dal comitato scientifico del Festival per il progetto Borbot, acronimo di Borboni e Robotica. Un assistente virtuale, operativo da un anno e mezzo alla Reggia vanvitelliana, nato con l’obiettivo di migliorare la fruizione del monumento da parte dei turisti. In grado di rispondere alle domande degli utenti attraverso la pagina facebook del Museo, Borbot effettua in media 20mila interazioni al mese. Ma non è tutto. Dinanzi ad una platea qualificata oggi pomeriggio una delegazione della società, rappresentata da Emanuele Gionti, Kevin Lureting, Salvatore Santonastaso e Tommaso Zottolo, illustrerà il funzionamento del software innovativo e le sue nuove implementazioni. Scelto da Facebook come progetto pilota per creare la prima guida museale italiana su Messenger, Borbot sta infatti per sperimentare la fase 2. L’assistente virtuale accompagnerà i turisti del complesso borbonico prima, durante e dopo la visita grazie all’utilizzo di particolari paline informative che saranno dislocate in 30 punti sensibili all’interno del Parco, del Giardino inglese, dell’edificio centrale e delle stazioni ferroviarie. Duplice l’obiettivo: valorizzare il territorio casertano attraverso l’adozione di nuove proposte tecnologiche facilmente esportabili anche in altri contesti e migliorare così i servizi e le offerte culturali dell’intera provincia. Testimonianza di un Sud talentuoso che emerge e avanza, malgrado la penuria di investimenti nel settore da parte dei privati e nonostante le note difficoltà di accesso ai bandi pubblici, la cui partecipazione viene spesso ostacolata da una burocrazia lenta e farraginosa. Proprio per sopperire a queste difficoltà, la ‘360open’ si affaccerà sul mercato con una campagna di fundraising con l’intento di continuare la sua ricerca e i suoi studi negli ambiti prefissati e riuscire così con la sua creatività a fornire un contributo valido allo sviluppo del territorio. Non è un caso che il progetto Borbot fosse già stato scelto, appena pochi mesi fa, come case study dall’Agenzia per l’Italia Digitale, società in house dello Stato, ed inserito nel Libro Bianco ‘L’intelligenza artificiale al servizio del cittadino’ commissionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.