“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano…” Sembra essere questo il motivo ispiratore del “World's Biggest Eye Contact Experiment 2016”, un evento, un test umano e sociale nato in Australia ad opera dei “The Liberators” (sulla scia della celebre performance “The Artist Is Present” di Marina Abramovic), che lo scorso 29 ottobre ha visto coinvolte 192 città del mondo, in decine di nazioni. Anche Napoli si è distinta tra le città che sono state invase da schiere di uomini, donne, giovani, bambini, pronti a condividere un semplice e –all’apparenza- insignificante minuto, guardando fisso negli occhi un perfetto sconosciuto. L’esperimento umano e sociale è stato proprio questo: guardarsi negli occhi e rompere il più duro dei ghiacci, l’indifferenza che giorno dopo giorno ci fa passare davanti alla vita senza davvero concentrarsi né sentire col cuore l’umanità che ci circonda e che, purtroppo, spesso viene dimenticata. Grazie al patrocinio dell’Assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione del Comune di Napoli e all’organizzazione dei “Liberators of Napoli” Gaetano Balestra, Filippo Bucciarelli, Simona Esposito, Linda Orsini, Massimiliano Ricci e Alfredo Torielli, più di 400 persone si sono incontrate a piazza Dante, chi seduto su un cuscino, chi su un plaid e, occhi negli occhi, a due alla volta hanno iniziato a guardarsi. La zona adibita all’evento è stata delimitata da un semplice nastro isolante: niente regole, nessuna particolare indicazione. Bastava avvicinarsi, farsi coraggio e andare. C’è chi non ha resistito più di un minuto, chi ha cominciato a conversare, chi ha sorriso, chi riso di gusto, chi si è tenuto per mano, chi si è salutato con un bacio e chi con abbraccio. Un silenzioso contatto emotivo tra due occhi e due anime sconosciute, nel mezzo di una Napoli caotica, in un ordinario sabato mattina. Una bolla di intimità nel frenetico via vai quotidiano, un angolo di pace e riflessione nel traffico moderno. Ecco cosa è diventata la famosa Piazza Dante napoletana, alla quale tutti i passanti si sono avvicinati curiosi e anche un po’ scettici. Eppure, la pace proveniente da quel quadrato di persone sorridenti ha conquistato un po’ tutti, che si abbia solo visto o che si abbia avuto il coraggio di partecipare. All’evento partenopeo, tra i più seguiti in Italia, hanno partecipato anche turisti, tra americani e inglesi attirati dall’evento, come anche romani, baresi e lucani, arrivati appositamente a Napoli. Una città che, per una volta, si è contraddistinta per la pace e non per la violenza, per l’umanità e non per la barbarie e l’indifferenza che dominano troppo spesso le cronache locali. Per chi se lo fosse perso o per coloro ai quali un solo minuto non è bastato, l’entusiasmo con cui è stato accolto il primo evento ha spinto i Liberators a replicare l’evento, stavolta tutto napoletano: il 3 dicembre alle 11 munitevi di cuscini, plaid e un sorriso. Perché “la bellezza che vedi in me è un riflesso della tua”.