Il Botulismo Infantile può verificarsi nel caso di ingestione, da parte di un bambino, di batteri del tipo "Clostridium botulinum" che, giunti nell'intestino, produrranno tossine neuro-tossiche. Queste incidono sulla contrattilità muscolare e quindi anche sul movimento della ventilazione, rendendo la patologia potenzialmente letale. Fortunatamente, al giorno d'oggi, questa evenienza è più unica che rara. Il paziente più giovane riportato in letteratura aveva 2 settimane ed il più vecchio 12 mesi. Diversamente dal botulismo alimentare, quello infantile non è provocato dall'ingestione di tossina preformata. La maggior parte dei casi è idiopatica, sebbene alcuni siano stati imputati all'ingestione di miele, veicolo di spore di Clostrudium botulinum; è raccomandabile, dunque, non nutrire i lattanti di età inferiore ai 12 mesi. Si tratta di una patologia pericolosa e potenzialmente letale ma che, se diagnosticata e trattata tempestivamente, risulta completamente reversibile. L'esposizione al botulino si manifesta in maniera subdola, dal momento che i primi sintomi possono essere difficili da riconoscere. Poche ore dopo l'ingestione della tossina botulinica possono verificarsi disturbi gastrointestinali, quali nausea, vomito e dolori addominali. Nel giro di 24-72 ore compaiono cefalea, palpebre cadenti, sdoppiamento della vista o difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti, dilatazione delle pupille, secchezza delle mucose della bocca, problemi di deglutizione, costipazione, vertigini, stordimento e debolezza. Nelle forme più gravi, si può arrivare all'arresto respiratorio anche dopo soli 2-3 giorni e, in alcuni casi, alla morte. Al manifestarsi dei primi sintomi, quindi, è opportuno rivolgersi al proprio medico o al Pronto soccorso; se possibile, è meglio portare con sé anche il residuo della conserva consumata, in modo da sottoporla ad accurata analisi. .Il trattamento specifico viene effettuato con immunoglobulina botulinica umana. Questa antitossina è derivata da un gruppo di donatori umani con elevati titoli di anticorpi anti-tossina A e/o B. Il trattamento viene avviato non appena vi sia sospetto diagnostico; attendere i test di conferma, che possono richiedere dei giorni, sarebbe pericoloso. La dose è di 75 mg/kg EV 1 volta, somministrata lentamente. L'antitossina eptavalente ricavata dal siero di cavallo, usata negli adulti, non è raccomandata per i lattanti. Gli antibiotici non sono indicati perché possono lisare il C. Botulinum nell'intestino ed aumentare, così, la disponibilità della tossina.