Nicola Comparato, residente nella frazione felinese di Poggio di Sant'Ilario Baganza in provincia di Parma, di professione operaio, appassionato di musica, cultura, religioni, giornalismo e poesia, aspirante diacono e monaco francescano ortodosso, collaboratore di diverse testate giornalistiche e Blog, tra le quali possiamo citare: Focus on Africa Magazine (diretto dalla giornalista e opinionista di Al-Jazeera Antonella Napoli), Gazzetta dell’Emilia, Avanti Live (direttore editoriale Bobo Craxi), QuotidianoWeb, Lanotizia.Net, La Giustizia (diretto dall’Onorevole Mauro del Bue), Avanti Online, La Bottega di Nazareth, Il Nuovo Picchio…
Alle suddette collaborazioni si aggiungono quelle con la web tv parmense Langhirano News, a sua volta collaboratrice di Rta VideoTaro/Tg Parmense in onda sul canale 89 del digitale terrestre. Il servo di Dio Nicola Comparato è stato nominato con Bolla Apostolica “Loquela pro Ecclesia Orthodoxa” – prot. n. 76 del 5 giugno 2023, Portavoce della Chiesa Ortodossa Italiana.
Nicola Comparato è un ragazzo come tanti ma diverso dalla massa. Uomo dal passato burrascoso ha passato la vita a cercare Dio, finché un giorno il Signore non ha trovato lui. Ecco qui la sua autobiografia:
"In genere, a seconda delle situazioni, si sente utilizzare dalle persone la frase, l'espressione "il mistero della Fede". E in effetti la Fede è proprio un mistero. Io stesso mi sono interrogato tante volte su questo argomento, e altrettante volte sono inciampato, perdendo l'equilibrio e di conseguenza la mia cristianità. Sono nato a Policoro in provincia di Matera il 01-03-1982, ma sono originario di Rotondella, un paese li vicino, sono pertanto un lucano doc (Lucania è l'antico nome dell'attuale regione Basilicata), ma sono cresciuto in provincia di Parma, più precisamente nel territorio della Val Baganza. All'età di 15 anni al termine delle scuole dell'obbligo, per necessità ho cominciato a lavorare e ho sempre sofferto del fatto di non aver continuato gli studi, una cosa che al giorno d'oggi mi tornerebbe utile, non solo nel mondo del lavoro ma anche come soddisfazione personale. Ho avuto tanti successi nel corso degli anni, ma anche tanti fallimenti. Mi sono cimentato nella musica, nella poesia, nel ballo, nel giornalismo, nel sindacato, nella politica, nello sport... Ho anche avuto una condotta di vita immorale per tantissimo tempo. Ma nonostante tutto il mio pensiero era sempre uno: sto facendo soffrire Dio? Sono sempre stato un ragazzo estremamente gentile e rispettoso nei confronti degli anziani, dei bisognosi, degli ammalati. Dentro di me ho sempre sentito una vocazione. Sentivo di dover fare qualcosa per il prossimo. Sentivo che il mio scopo nella vita era quello di aiutare gli altri. Quindi per qualche anno ho cominciato a fare volontariato, ma dopo le prime soddisfazioni iniziali sentivo di aver sbagliato ancora una volta la strada da percorrere. Nel frattempo il mio pensiero era rivolto sempre verso Dio. Sono nato nella religione cattolica, mi sono battezzato e ho ricevuto comunione e cresima come la maggior parte degli italiani, ma la Fede cattolica l'ho sempre vista più come una Fede per tradizione, esattamente come tanti altri miei connazionali, anche se l'ho amata con tutto il mio cuore e nutro un grande rispetto nei confronti dei sacerdoti. Ho anche tentato nel corso degli anni di riavvicinarmi al cattolicesimo ma c'è sempre stato qualcosa dentro di me che mi impediva di andare avanti. Forse il vedere i fedeli nominare il nome di Dio invano per ogni minima cosa. O forse perché come diceva il grande Padre Amorth sugli italiani: “Sono un popolo di battezzati che vivono da pagani!”. Non so. Ho lavorato per anni con Testimoni di Geova e musulmani e per anni li ho seguiti nei loro luoghi di culto sperando di trovare una risposta. Mi sentivo diverso dalla massa. Mi sentivo anche in colpa quando facevo cose considerate normali nella vita di tutti i giorni, come ad esempio avere fidanzate e fare sesso prematrimoniale. Ma dovevo fare assolutamente qualcosa per dare una risposta a tutte le mie domande. Quindi, essendo appassionato di musica e cultura araba e non avendo mai viaggiato in vita mia, dopo tanti anni di duro lavoro sono riuscito a soggiornare per un breve tempo in Tunisia. Ho visitato la capitale Tunisi, le località El Kabaria, Hammamet etc. Mi si è aperto un mondo. Sono rimasto affascinato dalla devozione dei musulmani verso Dio, sopratutto quando ho scoperto che loro amano Gesù che è presente anche nel Corano. Per la prima volta in vita mia ero in pace con me stesso e al mio ritorno in Italia decisi di convertirmi nella più grande moschea di Parma con il nome Isa, che è il nome da profeta Islamico di Gesù nel Corano. Tutto era molto bello, ma l'amore che provavo per il Cristo in quella religione non era compatibile. Pertanto non avendo mai ricevuto un certificato di conversione che serve per il pellegrinaggio alla Mecca decisi di uscirne. Ho continuato poi a frequentare i Testimoni di Geova, molti dei quali sono miei amici ed ex colleghi di lavoro ma non mi sono mai battezzato con loro. Stessa cosa con i fedeli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, meglio conosciuti come Mormoni. Ho tentato anche di approfondire nuovamente l'Islam, ma, tra alti e bassi alternati da periodi di convinzione e confusione continuavo a cercare Dio in tutte le sue forme. Mi sono inoltre informato su ebraismo, induismo, buddhismo, protestantesimo... Ma niente da fare, nessuna di queste cose mi convinceva. Avendo bazzicato nella musica e conoscendo molte persone amanti del genere Metal, mi sono avvicinato alla magia e alle arti oscure, ma non potevo rinunciare a Gesù per il maligno e quindi ho lasciato perdere. Poi è venuto il tempo delle Religioni Ufologiche, che ipotizzano l'arrivo di extraterrestri sul nostro pianeta in tempi antichi e che descrivono le tracce del loro passaggio anche nella Bibbia se quest'ultima viene tradotta alla lettera. Dopo l'entusiasmo iniziale anche questa cosa l'ho abbandonata. Poi alla fine mi sono chiesto: perché mi comporto così, ma soprattutto perché Dio continua ad attirarmi verso di Sé? Non potendo dare una risposta a questa domanda di colpo ho smesso di cercare Dio. E alla fine Lui ha trovato me. Per puro caso mi sono imbattuto nella Chiesa Ortodossa Italiana, certo conoscevo già l'ortodossia (vengo dal sud, ho lontani parenti Arbereshe che sono le comunità di greco/albanesi che da 500 anni mantengono lingua, cultura e rito ortodosso), ma non l'avevo mai presa in considerazione. Piano piano, parlando con Sua Beatitudine Monsignor Filippo Ortenzi Arcivescovo Metropolita ho cominciato a scoprire questo mondo, la sua storia, le sue origini.. Sono rimasto incantato dalle liturgie, ma in particolar modo mi ha colpito la Fede dei cristiani ortodossi. Poi, in seguito ho anche stretto una profonda amicizia con Padre Masseo Emilio, Priore Generale e fondatore della Congregazione dei Monaci Francescani Ortodossi, con il quale passo giornate intere a parlare di Fede e di spiritualità. In conclusione, per la prima volta in vita mia non ho più dubbi. Ho deciso di aderire alla Chiesa Ortodossa Italiana e diventare un giorno Sacerdote e Monaco Francescano Ortodosso. Sono rimasto colpito dall'originalità del progetto di Padre Masseo che mi ha fatto capire quanta ortodossia (retta via) ci sia stata nelle azioni di San Francesco. Tra l'altro proprio come il poverello di Assisi, in qualche modo mi considero un "pazzo di Dio" per tutte le cose che ho fatto, perché ogni cosa alla fine mi ha portato verso il Signore. Per anni ho vissuto tempi difficili, viaggiando a piedi sotto la pioggia, sotto la neve e sotto il sole cocente percorrendo 20 km al giorno a piedi e in autostop per andare a lavorare perché sprovvisto di automobile e di soldi per acquistare un mezzo di trasporto. Sono stato insultato, allontanato e deriso da tutti per la mia situazione economica. Ho pianto ogni giorno. Una vita di prove e privazioni la mia, che un tempo mi addoloravano, ma che oggi mi rendono felice. Da anni vivo quasi in completa solitudine. Esco di casa solo per andare al lavoro. Non vedo più gli amici, non vado in ferie, non vado nei locali, non frequento le donne, non ho hobby, non ascolto musica, non guardo la televisione. Quelle rare volte che decido di abbandonare le quattro mura di casa lo faccio da solo e in genere senza mai allontanarmi troppo dal mio territorio. Forse tutto questo percorso mi è servito per imparare qualcosa dai miei errori e per riuscire a percorrere la strada giusta per il resto della mia vita. Solo Dio può dirlo. Nel frattempo io posso dire solo una cosa... Ero cieco sulla via di Damasco, oggi finalmente ci vedo."
(nella foto Monsignor Filippo Ortenzi Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana)
Le risposte ci vengono dall'International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS) la quale, dal 2010, ha monitorato tal fenomeno chiamando a rapporto oltre 35000 chirurghi plastici. In base ai dati raccolti nel 2015, l'Italia risulterebbe essere al settimo posto fra i paesi con maggiore richiesta di interventi estetici. Fra i trattamenti meno invasivi, con oltre 7 milioni di interventi, troviamo i filler, composti chimici in grado di riempire le rughe del viso donando una pelle più levigata e, successivamente, il botox, con oltre 4 milioni di interventi. Per quel che concerne i trattamenti chirurgici invece, il più richiesto è la mastoplastica additiva (per l'aumento del seno) con oltre 1 milione di operazioni, seguito da liposuzione, blefaroplastica, lipofilling e rinoplastica. Chi pensa che a sottoporsi a tali interventi siano solo le donne, dopo aver letto ciò che segue cambierà opinione; il 12,8% delle richieste infatti, provengono dal sesso maschile che, oltre alle operazioni sopraelencate, predilige il trapianto di capelli, l'impianto dei pettorali e l'allungamento del pene.La chirurgia dunque non più quale rimedio al malessere causato da patologie ma fenomeno legato alle mode ed all'ossessiva ricerca della perfezione… un mito da sfatare quello secondo il quale solamente personaggi illustri o celebrità optino per queste soluzioni anti-invecchiamento. Certo è che, Madonna, stando ad un articolo apparso su New York Magazine, si sarebbe interamente "rifatta" il volto e, come lei, una lunga lista di star hollywoodiane prossime ormai alla mezza età quali, ad esempio, Michelle Pfeiffer, Demi Moore, Liz Hurley e Naomi Campbell.Ma cos'è che spinge le celebrità, ma più in generale le persone, a ripudiare il proprio reale aspetto al punto da prediligerne uno "finto"?Occorre anzitutto una precisazione… si definiscono interventi estetici "ricostruttivi" quelli volti alla correzione di reali ed evidenti difetti fisici. In assenza di un effettivo bisogno, invece, parliamo di "ritocchi" allo scopo per lo più di piacere e piacersi.Tuttavia è proprio a causa dell' emulazione dei volti noti, e dei nuovi canoni di bellezza che recano, che la popolazione mondiale ha iniziato ad avventurarsi alla ricerca del famigerato "elisir di lunga giovinezza". Numerosi sono, infatti, i casi eclatanti di persone sottopostesi a svariati interventi, per somigliare in tutto e per tutto ai loro idoli, cambiando radicalmente aspetto. Uno in particolare, per anni oggetto di critiche, è quello di Valeria Lukyanova la quale ha scelto di diventare identica ad una Barbie, riuscendo nell'impresa a seguito di innumerevoli plastiche al viso ed all'intero corpo. L'incessante ricerca della perfezione, dunque, unita al sempre più potente affermarsi dei canoni che la società odierna ci propina, ed elegge a modelli universali di bellezza, induce, non a caso, l'annuale aumento esponenziale del numero di richieste di interventi drastici.Vi è, tuttavia, il pericolo di diventarne dipendenti ed i primi a lanciare l'allarme sono stati i medici Britannici:"Non parliamo di dipendenza chimica, bensì psicologica"Ma cosa ci spinge a questo? Per quale ragione arriviamo al punto da non accettare il nostro aspetto?I canoni di bellezza occidentali sono lautamente mutuati ed influenzati dalla pubblicità e dai mass media. Ci illudiamo di asportare un pezzo al corpo per eliminarne uno alla nostra anima… per la quale non esistono bisturi o chirurghi che tengano!L'autostima di una persona ha una crescita parallela a quella fisica; i bambini realmente amati e seguiti dai genitori, saranno adulti dalla concreta consapevolezza di sé, in ambito caratteriale quanto fisico. Sarebbe dunque auspicabile una stretta collaborazione fra chirurghi e psicologi al fine di comprendere le reali motivazioni alla base di scelte, spesso, così invasive e di evitare inutili interventi quali strumento dietro cui trincerare i propri disagi interiori e nascosti.Con l'avanzare degli anni, e l'uso sempre più sfrenato del botox, si può entrare in uno stato mentale condizionato dal rifiuto dell'apparire delle rughe e dal fisiologico avanzare dell'età . Il paziente, abituato ad una pelle levigata ed esente da ''solchi'', arriva a richiedere altre iniezioni ancor prima che il botox termini il suo effetto, mosso dal terrore di invecchiare. Gli intervistati infatti affermano di sentirsi notevolmente ringiovaniti dopo ogni seduta. Nonostante il botox sia ritenuto un trattamento di routine ed ormai "sicuro", gli esperti ammoniscono che non esistono studi a lungo termine inerenti possibili effetti collaterali, ai quali ovviamente sono maggiormente esposti i botox-dipendenti.Come affermava Ugo Ojetti : ''Saper invecchiare significa esser capaci di trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio ed il tuo cuore e cervello di giovane". Bisogna quindi cercare un equilibrio, senza negarsi qualche piccolo ''trucco'' ne' nascondersi dietro una maschera ''botulinica'' che non ci appartiene
Accordo tra il governo e l'Europa sulle sofferenze bancarie. Il Governo sta per varare le norme che definiscono un meccanismo di garanzia utile a smaltire i crediti in sofferenza presenti nei bilanci bancari. La Commissione europea concorda che il meccanismo non prevede aiuti di Stato. Lo schema - precisa il Mef in una nota - prevede la concessione di garanzie dello Stato nell 'ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza. Lo Stato garantira ' soltanto le tranche senior delle cartolarizzazioni, cioe ' quelle piu ' sicure, che sopportano per ultime le eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese. Non si potra ' procedere al rimborso delle tranche piu ' rischiose (junior e mezzanina), se non saranno prima state integralmente rimborsate le tranche senior garantite dallo Stato. Le garanzie possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro, calcolata come percentuale annua sull 'ammontare garantito. Il prezzo della garanzia e ' di mercato, come riconosciuto anche dalla Commissione europea, che concorda sul fatto che lo schema non contempli aiuti di Stato. Il prezzo sara ' calcolato prendendo come riferimento i prezzi dei CDS degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti. Il prezzo sara ' crescente nel tempo, sia per tenere conto dei maggiori rischi connessi a una maggiore durata delle note, sia per introdurre nello schema un forte incentivo a recuperare velocemente i crediti. Il prezzo previsto per i primi tre anni e ' calcolato come media del mid price dei CDS a tre anni per gli emittenti con rating corrispondente a quello delle tranche garantite. Al quarto e quinto anno il prezzo aumentera ' in conseguenza dell 'applicazione di un primo step up (CDS a 5 anni) e del pagamento di una maggiorazione incentivante, a compensazione del minore tasso pagato per i primi 3 anni. Fonte Unimpresa
Il gruppo cinese Dalian Wanda, che ha interessi dall'immobiliare all'intrattenimento, ha comprato la casa di produzione cinematografica statunitense Legendary Entartaiment per 3,5 miliardi di dollari. L'acquisizione è la più grande mai portata a termine da un gruppo cinese all'estero nell'industria culturale. Legendary Entertainment, tra le produzione famose, conta film come Godzilla e Jurassic Park. Il gruppo Wanda fa capo a Wang Jianlin, l'uomo più ricco della Cina. Jianlin non è nuovo al mercato statunitense visto che nel 2012 aveva comprato la catena di cinema Amc Entertainment per 2,6 miliardi di dollari. A inizio 2015 aveva allargato il raggio d'azione del suo gruppo comprando la società svizzera di marketing sportivo Infront, che commercializza tra l'altro i diritti di ritrasmissione della Coppa del mondo di calcio. Il magnate cinese è anche proprietario del 20% del club spagnolo Atletico Madrid. Fonte Unimpresa
Crisi. Unimpresa, a rischio povertà 9,5 milioni di italiani
Cresce l'area di disagio sociale. Non solo disoccupazione, diventa più larga la mappa degli italiani che fanno i conti con l'assenza di posti di lavoro: è aumentata del 3% da settembre 2014 a settembre 2015: nel bacino dei deboli 283mila persone in più. Il presidente Longobardi: "Più attenzione alle famiglie, enormi pericoli per i consumi".
Oltre 9,5 milioni di italiani non ce la fanno e sono a rischio povertà: è sempre più estesa l'area di disagiosociale che non accenna a restringersi. Da settembre 2014 a settembre 2015 altre 283mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia: complessivamente, adesso, si tratta di 9 milioni e 533 mila soggetti in difficoltà. Ai "semplici" disoccupati vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un'enorme "area di disagio": agli oltre 3 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (740mila persone) sia quelli a orario pieno (1,83 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (821mila), i collaboratori (346mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,68 milioni). Questo gruppo di persone occupate - ma con prospettive incerte circa la stabilità dell'impiego o con retribuzioni contenute - ammonta complessivamente a 6,43 milioni di unità. Il totale del'area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati Istat, oggi comprende dunque 9,53 milioni di persone, in aumento rispetto a un anno fa di 283mila unità (+3,1%).
Il deterioramento del mercato del lavoro non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici. Una situazione solo parzialmente migliorata dalle agevolazioni offerte dal Jobs Act. Di qui l'estendersi del bacino dei "deboli". Il dato sui 9,53 milioni di persone è relativo al terzo trimestre del 2015 e complessivamente risulta in aumento del 3,1% rispetto al terzo trimestre del 2014, quando l'asticella si era fermata a 9,25 milioni di unità: in un anno quindi 283mila persone sono entrate nell'area di disagio sociale.
Nel terzo trimestre del 2014 i disoccupati erano in totale 3,10 milioni: 1,59 milioni di ex occupati, 626mila ex inattivi e 884mila in cerca di prima occupazione. A settembre 2015 i disoccupati risultano complessivamente stabili. In lieve crescita di 3mila unità (+0,2%) gli ex occupati, mentre salgono di 6mila unità (+1,0%) gli ex inattivi; aumento compensato dal calo di quanti sono in cerca di prima occupazione, diminuiti di 9mila unità (-1,0%).
In netto aumento il dato degli occupati in difficoltà: erano 6,14 milioni a settembre 2014 e sono risultati 6,14 milioni a settembre scorso. Una crescita dell'area di difficoltà che rappresenta un'ulteriore spia della grave situazione in cui versa l'economia italiana, nonostante alcuni segnali di miglioramento: anche le forme meno stabili di impiego e quelle retribuite meno pagano il conto della recessione, complice anche uno spostamento delle persone dalla fascia degli occupati deboli a quella dei disoccupati. I contratti a temine part time sono aumentati di 43mila unità da 697mila a 740mila (+6,2%), i contratti a termine full time sono cresciuti di 126mila unità da 1,71 milioni a 1,83 milioni (+7,4%), i contratti a tempo indeterminato part time sono cresciuti del 4,9% da 2,55 milioni a 2,68 milioni (+126mila). Scendono i contratti di collaborazione (-26mila unità) da 372mila a 346mila (-7,0%) e risultano in lieve aumenti gli autonomi part time (+1,7%) da 807mila a 821mila (+14mila).
"Alle famiglie e alle imprese finora sono arrivati pochi fondi e mal distribuiti. Offriamo al governo, ai partiti e alle istituzioni, i numeri e gli argomenti su cui ragionare per capire quanto sono profonde la crisi e la recessione nel nostro Paese: il 2015 si è chiuso con una crescita del pil, ma è troppo modesta e c'è ancora molto da fare e la ripresa deve essere più consistente" commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Può apparire anomalo - aggiunge Longobardi - che un'associazione di imprese analizzi il fenomeno dell'occupazione, quasi dal lato del lavoratore. Ma per noi la persona e la famiglia sono centrali da sempre, perché riteniamo che siano il cuore dell'impresa. Bisogna poi considerare che l'enorme disagio sociale che abbiamo fotografato ha conseguenze enormi nel ciclo economico: più di 9 milioni di persone sono in difficoltà e questo vuol dire che spenderanno meno, tireranno la cinghia per cercare di arrivare a fine mese. Tutto ciò con effetti negativi sui consumi, quindi sulla produzione e sui conti delle imprese". Secondo il presidente di Unimpresa "serve maggiore attenzione proprio alla famiglia da parte del governo".