Ciò che si sta verificando in queste settimane, e di cui il cittadino sta venendo a conoscenza, forse più per fare ascolti che per correttezza di informazione poiché sembra essere parzialmente incompleta o non correttamente calzante, non può che indurci a serie riflessioni, in mancanza di seri dibattiti se non i classici sapientemente disinformanti.
Il guazzabuglio che sta investendo il Consiglio Superiore della Magistratura, è solo l’apice di un fenomeno e certamente non si materializza in questo ultimo periodo, ma ha radici che chissà a quando risalgono.
Non entro nello specifico di ciò che si racconta, le cronache son piene di nomi e fatti, ipotesi e tesi, tutto da dimostrare e buono per alzare polverone in un momento in cui è necessario distrarre la popolazione, dimostrare che l’informazione esiste, per poi tornare nell’oblio e continuar i propri affari.
Nel frattempo non si viene a conoscenza di ciò che sembra accadere in procure o tribunali di più ristretta circoscrizione e che forse solo la solerzia o l’arroganza di piccole associazioni portano avanti.
La magistratura è collusa con la politica e la politica con la delinquenza, che noi chiamiamo mafia?
Chissà se lo sapremo mai, certo quanti Italiani si stanno ponendo il dubbio amletico?
Tornano in mente, anche se non è il giorno della loro commemorazione, alcuni magistrati, quelli che hanno pagato con il più alto prezzo il loro essere al servizio dello Stato e non appartenere alla “casta” cui ne scopriamo, solo ogni tanto, l’esistenza.
Quello Stato che tanti di noi auspichiamo ma che è in continua lotta con lo stato antistato.
Ma sentiremo parlare di Falcone, Borsellino e tanti altri, il giorno delle commemorazioni, magari ascolteremo, senza saperlo, anche le parole di coloro i quali li hanno condannati.
Ed in quel giorno sentiremo dire ancora: bisogna combattere la mafia, useremo ogni mezzo per sconfiggerla.
Peccato che il giorno dopo, loro per primi se ne son dimenticati… fino alla prossima commemorazione.
Tanto da permettere ad un, “innominabile” di dire in una nota trasmissione: Falcone, Borsellino, “se la sono cercati”…
Eppure, non dobbiamo dimenticare frasi, e rinnovarle ogni giorno:
- La mafia è un fenomeno umano e verrà sconfitta. (Dott. G. Falcone Magistrato)
- Chiedete quando la mafia verrà sconfitta. ( Capitano Ultimo, Ten. Col. Carabinieri)
Capitano Ultimo, l’uomo che ha arrestato i più pericolosi tra i criminali mafiosi, Totò Rijna, con la sua efficientissima squadra di carabinieri pochi, fidati e determinati.
Poco serve a decantare le gesta di un gruppo di uomini che hanno servito lo Stato ed il popolo contro lo stato antistato, quando orgogliosi di avere combattuto vengono divisi, demanzionati, neutralizzati, e avviati alla più squallida burocrazia.
Ferme, dure ed impietose, come è giusto che siano, le parole dette in una trasmissione televisiva venerdì 14 giugno, dove Capitano Ultimo dice, Io ho perso, forse non ho saputo spiegare ad i miei superiori, ad i magistrati, quello che ho fatto.
Chi ha fatto ciò e perché?
L’informazione, tace disinformando.
L’uomo viene lasciato solo, come sempre in questi casi.
Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino e tanti altri, furono lasciati soli, isolati, impossibilitati a combattere una guerra che avrebbero vinto, se… non fossero stati fermati con il sangue.
A che serve ricordarli oggi, se chi ha seguito le loro orme, i loro metodi, raggiungendo risultati eccellenti, è stato isolato, insieme ad i suoi uomini relegati tutti a burocrati?
Un patrimonio inestimabile e prezioso, neutralizzato da chi? Peché nessuno interviene?
Chi ha voluto questo e perché?
Cosa Noi Italiani dovremmo sapere e che l’informazione “politicamente corretta” non ci dice?
Strano che saltano fuori solo oggi, dopo quasi trenta anni, che forse Falcone stava facendo indagini su finanziamenti a qualche partito.
Strano che solo oggi escono notizie di probabili “depistaggi” sulla strage di Via D’Amelio.
Strano che un Generale dei Carabinieri, che ha utilizzato il sistema messo a punto dal Generale Dalla Chiesa sia stato sotto processo tanti anni da parte dii una magistratura che forse non ha mai voluto considerare i successi raggiunti ed i metodi utilizzati per raggiungere un obiettivo, sconfiggere la mafia.
Del resto, il Generale Dalla Chiesa, che ha sconfitto le Brigate Rosse, ed avrebbe sconfitto anche la mafia, ha pagato con la vita la sua determinazione e tutti coloro che hanno seguito la strada da lui tracciata, o sono stati uccisi o….. annullati.
Nel famoso film “Guardia e ladri” con il grande Totò e il mitico Aldo Fabrizi, era chiaro chi fosse la guardia e chi il ladro, oggi invece …..
Così come oggi l’informazione serve sempre più spesso per fare disinformazione.
Ma guai a perdere la speranza, piuttosto organizziamoci per chi ha combattuto con chi ha combattuto, per i nostri figli e nipoti ed il loro futuro.