Cos'è la Destra? Sorpresa: è la "Sinistra". Quella, cioè, del mainstream politicamente corretto che dà lavoro a una schiera infinita di consulenti stipendiati e di altrettanti fervidi servitori annidati nei media. I suoi punti di forza? Mondialismo, Globalizzazione, Frontiere Aperte, Multiculturalismo, Multilateralismo, l'Antirazzismo, l'Antiomofobia, l'Anti-anti-islamismo, l'Anti-anti-ebraismo, l'Anti-anti-immigrazione e soprattutto l'Antipopulismo. Chi li denuncia oggi? Santuari storici della sinistra classica ed estrema, come rispettivamente il mensile diplomatico più famoso del mondo, Le Monde Diplomatique ("MD" in seguito, edizione di settembre 2018) che ne fa un titolo esplosivo "Liberaux contre populistes, un clivage trompeur" ("Liberali contro populisti, un discrimine che inganna"), o "Marianne" con il suo vicedirettore Jack Dion, i quali sparano ad alzo zero contro la definizione di "nazional-populismo" che tende surrettiziamente a equiparare Orban, Salvini e Le Pen ai due mostri del XX sec., tali Mussolini e Hitler, contrapposti ai "buoni" Obama, Merkel e Macron. Le accuse mosse sono feroci e impietose.
Gli establishment occidentali, duramente puniti dagli elettori, hanno costruito un "socialismo mondiale per i ricchi", rinchiudendosi nelle loro torri d'avorio del pensiero colto e raffinato, al fine di proteggere gli interessi dei "Proprietari" (cioè, di quell'uno percento della popolazione mondiale che possiede l'80percento della ricchezza planetaria) socializzando interamente il rischio di perdite del capitale speculativo a danno delle fasce popolari meno protette ma maggioritarie. Le classi operaie, in un sistema dove non è più il lavoro a produrre ricchezza ma il Denaro, si sono viste espulse dal mondo produttivo, precarizzate e fortemente impoverite dai processi di automazione e di delocalizzazione delle manifatture. MD cita lett. Trump che vince nella roccaforte dem dell'Ohio facendo un discorsetto del tipo: "[con la Cina] abbiamo un deficit commerciale colossale di 837 miliardi di dollari all'anno! Persino i cinesi non arrivano a credere che abbiano lasciato loro campo completamente libero ricostruendo a nostre spese il loro Paese! Ora, è venuto il tempo di ricostruire l'America!". Tant'è vero che negli ultimi dieci anni i salariati americani hanno perduto qualcosa come 7.500$/anno, mentre le contee che impiegavano non meno del 25percento di manodopera nelle manifatture sono passate in un quarto di secolo da 862 a 323, e in queste ultime Trump ha vinto in 306 contro le 17 della Clinton.
Gli anti-nazionalpopulisti odiano a ragione il suffragio popolare, a tal punto che quando un verdetto non li soddisfa costringono i popoli a rivotare, come denuncia Jack Dion. Gli esempi non mancano: i danesi dovettero tornare alle urne nel 1992 per aver bocciato Maastricht, così come gli irlandesi che avevano respinto nel 2001 il Trattato di Nizza. Francesi e olandesi dopo aver silurato la bozza di costituzione europea se la sono vista riproporre come Trattato di Lisbona, approvato per via parlamentare. E gli irlandesi che avevano votato contro quest'ultimo sono stati obbligati a rivotare. Per non parlare dei greci che avevano depennato al 61percento il piano di austerity di Bruxelles, che però Governo e Parlamento hanno adottato lo stesso malgrado il loro voto contrario! Ma le classi popolari diseredate e costrette a pagare il conto delle perdite dei ricchi non costituiscono un "rischio sistemico", come invece ha rappresentato per il potere dello Stato (che mai osa intervenire in politica economica a beneficio dei più) dal 2009 in poi il sistema bancario mondiale al collasso per il cui salvataggio, a detta dello stesso Trichet, si sono stanziate risorse finanziarie sia in Europa che in America pari "al 27percento dei Pil relativi"! Di chi la colpa, quindi, dei.. "Populismi"?
"Grazie alle loro scelte politiche -nota MD, citando Adam Tooze- i Governi della zona euro hanno fatto precipitare decine di milioni di loro concittadini nell'abisso di una depressione paragonabile a quella degli anni 30. A ben vedere, si tratta dei peggiori disastri economici auto-inflitti!". Governi di centro-destra e di centro-sinistra perennemente accomunati in identiche politiche economiche a netto favore dei "Proprietari" e a tutto danno dei cittadini amministrati. Quando poco conti l'opinione e l'umore di questi ultimi è ben evidenziato dalla portata che l'onnipotente ex-ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Shӓuble, attribuisce al "circo democratico": "Le elezioni non debbono consentire che si cambi la politica economica"! L'altra faccia della medaglia è rappresentata dalle "Democrazie illiberali" alla Orban che, secondo MD, non cambiano la prospettiva di fondo (ovvero, quella di essere al servizio dei "Proprietari"), dove il ritorno in grande stile dello Stato fa leva emotivamente sul "filo spinato" in funzione anti-immigranti e a favore della tutela della "identità culturale", non cambiando in nulla la sostanza del rapporto tra Capitale e Lavoro. Sarà per questo che i "conservatori" (MD chiama così i "populisti") moderni di Visegrad vedono regimi autocratici come la Cina, la Turchia e Singapore come alternativa alla fallimentare democrazia liberale.
Del resto, che cosa si può sperare dai paladini dei "Proprietari", come il settimanale The Economist (una sorta di gazzetta ufficiale del liberalismo mondiale), che si lamenta nella sua edizione del 16 giungo 2018 del "deterioramento allarmante della democrazia a seguito della crisi finanziaria del 2007-8". Non una sola parola, nota MD, spesa per incriminare in via prioritaria le disuguaglianze abissali tra ricchi e poveri nel mondo, e tantomeno per denunciare la distruzione di posti di lavoro nell'industria causati dal regime di libero scambio, tacendo per di più sul mancato rispetto della volontà degli elettori da parte dei così detti dirigenti 'democratici'. Anzi: per battere gli uomini forti che sabotano la democrazia, The Economist invita "giudici indipendenti e giornalisti impegnati" (vi ricorda qualcosa del caso italiano passato e recente?) a formare la prima linea di difesa. Poi però esiste un altro Grande Vecchio planetario: quello delle società aperte della Silicon Valley, le cui Major "hanno costruito una macchina di controllo e sorveglianza sociale talmente potente da essere imitata dal Governo cinese!". Ma se è vero che chi la fa l'aspetti, quella stessa tecnologia corrobora il cinismo e il potere dei dittatori, consentendo la manipolazione delle informazioni, le fake news, etc., che danno risonanza agli aspetti emotivamente viscerali (la vera passione degli "odiatori") piuttosto che al raziocinio.
Le Major della Silicon e le Holding delle multinazionali sfuggono all'imposizione fiscale spostando immensi guadagni e capitali nei paradisi fiscali grazie a un semplice "clic" della tastiera! Più gli establishment si sforzano di demonizzare la Le Pen, Orban e Salvini, più ne esaltano l'azione, essendo i soli rimasti in campo a difendere gli interessi delle fasce più popolari, degli operai senza più lavoro, dei piccoli borghesi residenti al di fuori delle metropoli "illuminate" e di generazioni di giovani condannati ai "lavoretti" e privi di welfare a supporto della loro estrema precarietà. Per dirla con Jack Dion: "la Francia [ma il discorso vale per l'intero Occidente. NdT] si ritrova con un apparato economico e finanziario controllato da intoccabili, un areopago di drogati della mondializzazione che si rifiutano di condividere il loro potere e rigettano qualsiasi messa in causa dei privilegi di cui godono, tali e quali agli aristocratici dell'Ancien Régime". Si è così realizzata nei decenni la.. "Sinistra dei Padroni"!