Che il popolo Italiano attendesse un Primo Ministro che fosse espressione del voto, era cosa risaputa ma di difficile attuazione e proprio per questo bisognava trovare il sistema per accontentarlo, anche perché qualsiasi altra soluzione che l’Europa avrebbe imposto poteva avere pericolose ripercussioni dal momento che fino alle votazioni il Premier non è stato scelto dai cittadini. Tuttavia i due schieramenti che hanno vinto parzialmente le elezioni si trovano lontano tra loro anni luce e giammai avrebbero così potuto aggregarsi per dare una stabilità ad una nazione, rimanendo intatte le formazioni, trovandosi con programmi ed idee opposte e contrarie. L’unica forza molto vicina ad uno degli schieramenti con il quale si sarebbe potuto formare un eventuale Governo, analizzandole le caratteristiche, è talmente logorata da lotte intestine che ha viso già numerose spaccature, non sarebbe disponibile prima del prossimo settembre/ ottobre, dopo cioè congressi e ricostruzioni che probabilmente daranno nuova linfa emarginando o escludendo la parte che ne ha provocato il collasso. Un ulteriore “Governo del Presidente”, soluzione pensata per eseguire i COMPITI che l’Europa ci impone, avrebbe creato malumori non facilmente gestibili, così come l’andare nuovamente al voto, nel periodo estivo e quindi in pieno status di ferie e senza cambiare la legge elettorale che ha determinato questa incredibile situazione, sarebbe stato controproducente. Ecco allora che diventa fondamentale l’isolare la forza principale di quella coalizione che pur risultando prima al voto non avendo raggiunto la maggioranza non può governare , sfruttandone l’arroganza e la voglia di far valere la propria superiorità. Operazione iniziata all’indomani delle votazioni, quando i numeri erano ben chiari e l’impossibilità di formare un governo altrettanto. Con una precisa azione di marketing sapientemente condotta da tutti i Media che incitavano e prevedevano in ogni modo la formazione di un Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, senza Forza Italia e Fratelli d’Italia che altrimenti avrebbe avuto una predominanza non indifferente si è arrivati al primo passo per il conseguimento dell’obiettivo, la nomina di un Presidente che possa formare un Governo a Maggioranza Movimento 5 Stelle, con un peso del 33% circa e Lega con un 18% circa. Tralasciando l’enunciazione di tutti gli artifizi messi in atto per raggiungere questo obiettivo ed il percorso poco chiaro effettuato dai due partiti in questione anche con il coinvolgimento di qualche iscritto per saldare un “contratto” come loro lo definiscono, bisogna chiedersi come sia possibile onorare tre visioni diametralmente opposte? La prima visione, che inevitabilmente sarà quella che comanda e cui sembrerebbe il Prescelto Premier abbia dato Garanzie al Presidente della Repubblica, è quella dell’Europa, nota a tutti e non voluta dalla maggior parte degli Italiani. La seconda visione, è quella del Movimento 5 Stelle che è molto vicina alla visione che ha la sinistra, e che va dal reddito di inclusione alla apertura sui temi dell’immigrazione e dopo accurate rivisitazioni, al rispetto del volere imposto dalle banche e dei trattati europei ed economici. Quindi, velatamente a favore dell’Europa. La terza visione, dirompente contraria e contrastante totalmente dalle altre due, è quella della Lega, che vorrebbe la rinegoziazione dei trattati internazionali, la rinegoziazione delle regole bancarie, una fiscalità equa ed autonoma, una giustizia diversa, e una regolamentazione drastica dell’immigrazione con immediata espulsione dei clandestini che non hanno diritto a rimanere in Italia. Appare evidente che mentre in questa fase, presi dai vari entusiasmi è facile trovare degli accordi, dopo la formazione del Governo ed espletate le prime operazioni “imposte” dai trattati europei, magari con un po’ di rumore dovuto al contrario pensiero, il M5S farà prevalere il proprio peso che ricordiamo essere del 32%, imponendo la propria visione opposta e contraria a quella della Lega. La rottura a quel punto diventa inevitabile frutto di una normalissima deduzione. Chi dovesse tuttavia credere che a quel punto si possa andare ad elezione, è molto probabile che venga smentito da un lecito accordo, che ristabilirebbe quelli che sono le forze in campo simili e cioè il Movimento 5 Stelle, che ricordiamo è una forza a trazione di sinistra, e quello che verrà fuori dal Partito Democratico, Liberi e uguali e tutte quelle altre forze di sinistra che nel frattempo hanno avuto modo di riorganizzarsi dopo la sonora batosta ottenuta alle scorse elezioni. Certo stiamo parlando di ipotesi, nessuno è in grado di prevedere la realtà futura, tuttavia sono delle ipotesi che potrebbero rivelarsi molto veritiere. Il popolo che ha fatto delle scelte precise, che voleva un Governo espressione di eletti e non di nominati, è stato parzialmente accontentato. Poco importa se anche questa volte è il frutto di un inciucio da chi gridava di essere contro l’inciucio. Poco importa se le aspettative saranno totalmente disattese. Poco importa se è stato sviluppato un ulteriore programma che sa di albero della macedonia. Di sicuro il cittadino non potrà lamentarsi perché chi è eletto è chi è stato scelto da chi è stato votato. Il cambiamento è avvenuto il popolo è stato ascoltato, ha scelto ed ha ottenuto. Peccato che è stato gabbato.