Mercoledì, 03 Luglio 2024 07:50

Pechino e la Via della Seta il Governo Dem snobba i porti del Sud e favorisce il Nord

Pubblicato in Politica

Il progetto della nuova "via della seta" che già nel 2013 il presidente cinese Xi Jinping aveva svelato al mondo sembra essere sul punto di realizzarsi. L' idea è quella di collegare la Cina con la Russia, l' Asia Centrale, il Medio Oriente, il Caucaso, l' Europa Orientale e infine l' Europa Occidentale. Lo scopo è quello di creare una fitta rete di infrastrutture dove ferrovie ad alta velocità, strade e porti saranno le principali arterie di comunicazione tra i continenti. Questo progetto spingerà a una nuova forma di cooperazione internazionale nel campo economico e industriale. Si parla che oltre 120 paesi abbiano condiviso con la Cina tale percorso atto a creare una nuova forma di globalizzazione svincolata e non più soggetta ai canoni della finanza da noi conosciuti. Insomma ci vorrà una vera e propria cooperazione internazionale tra i governi e il capitale privato che serviranno a dare linfa ai numerosi investimenti destinati ad altrettanti progetti innovativi. I finanziamenti governativi cinesi hanno superato i 120 miliardi di dollari, inoltre il presidente Xi Jinping ha ottenuto il pieno appoggio della Russia che assieme ai numerosi Paesi intende anch'essa partecipare a pieno titolo al grande progetto del secolo. Sarà quindi la Cina a dare una ventata di innovazione con lo scopo di modificare gli equilibri geopolitici mondiali, ripristinando la vecchia via della seta che un tempo la rese grande. Con i numerosi scambi commerciali via terra e via mare saranno garantiti sviluppo e vantaggi economici a ogni stato aderente alla Nuova Via della Seta. Le relazioni bilaterali e tutti i progetti di comune interesse dei paesi membri avranno l' unico scopo di creare un meccanismo di interscambio dal quale tutti potranno trarre enormi benefici economici a vantaggio di un sostanziale miglioramento socioeconomico. Ma questa nuova cooperazione avrà bisogno di una sostanziosa iniezione di capitali che dovranno confluire in un fondo comune dove ogni paese sarà detentore di una certa quota di investimento. Cina, Russia e India saranno i maggiori investitori seguiti dalla Germania e in misura minore da altri paesi europei, Italia compresa. Da parte sua anche il nostro paese mira a diventare la porta d' accesso all'Europa. L' Italia infatti è pronta a scommettere su tre importanti porti: Trieste, Venezia e Genova. L' intenzione è quella di rilanciare la storica Via della Seta dove l' Italia al tempo della Repubblica di Venezia rappresentava una meta importante di merci cinesi. Purtroppo a causa dell'assenza di infrastrutture e la mancanza di collegamenti ferroviari efficienti con il Nord si è scelto in modo autolesionistico di escludere i porti del Sud come quella di Gioia Tauro che con la sua enorme capacità portuale è il primo porto italiano per traffico container. Quindi la scelta è caduta sui porti del Nord che sono di tipo "gateway" nei quali i container vengono spostati sui treni per poter raggiungere i mercati di destinazione. Quindi i porti del Sud che sono di puro "trans-shipment" cioè dove i container invece di viaggiare attraverso corridoi ferroviari vengono trasferiti su navi più piccole, rischiano di subire un vero e proprio declino. Solo adeguando gli standard del trasporto merci ai nuovi parametri permetterà alla nostra penisola un reale e totale collegamento alla rete ferroviaria europea evitando n tal modo l' uscita del nostro mezzogiorno dal grande progetto economico.

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