La complessità e l’evoluzione del sistema economico, spinto sempre più rapidamente verso l’incremento esponenziale delle transazioni globali, determinano cambiamenti davvero sensibili. In virtù di detti mutamenti le società assicurative vendono prodotti finanziari mentre le banche distribuiscono prodotti assicurativi. Uno scambio di ruoli emblematico e rappresentativo di una sistema che ha fretta di mettere a frutto le risorse del turbo capitalismo e reinvestirle senza compromessi né indugi. Dai suddetti processi di scambio scaturiscono però fenomeni a dir poco anomali, divenuti oramai strutturali. Chi possiede molte risorse da investire in assets assicurativi e previdenziali suscettivi di fruttare ghiotte rendite derivanti dalla diversificazione finanziaria è doppiamente privilegiato. In primo luogo per la fortuna di godere dei vantaggi offerti da alcuni prodotti finanziari molto redditizi configurati come prodotti previdenziali. In secondo luogo per gli sconti megagalattici che le assicurazioni praticano in ordine alla RC Auto ai loro clienti più abbienti, dotati di un cospicuo portafoglio titoli acquisiti presso le proprie filiali. E’ così che si registrano difformità tra i premi pagati dai diversi automobilisti, clienti della stessa società assicuratrice. A parità di classe di merito e di altri parametri determinanti ai fini assicurativi, ad esempio, capita che il proprietario di una ammiraglia da 140 cavalli e duemila di cilindrata paghi lo stesso premio versato dal proprietario di una utilitaria da 79 cavalli e milleduecento di cilindrata. E’ ovvio che la società assicuratrice non possa non tener conto dei vantaggi offerti dall’ingente apporto di liquidità disposto dai clienti più facoltosi. Un apporto che oggi viene spesso premiato attraverso la concessione di sconti non indifferenti.