Undicesimo sigillo, poi il dodicesimo: l'Inter sfiora il pareggio con due pali in pieno recupero e in dieci uomini, ma il Napoli vola in testa e per l'Inter resta la faccia stravolta di chi perde la cima, prende un gol dopo nemmeno due battiti di orologio e si deve dannare per un tempo intero in dieci uomini (riuscendo a infilare il 2-1) per l'espulsione di Nagatomo. Per il Napoli è il diciottesimo risultato utile di fila, per l'Inter un rientro nei ranghi ben sapendo che perdere in casa di Higuain ci sta ma che i meccanismi di gioco vanno migliorati, e di molto. Anche se poi l'Inter ha avuto una grande reazione ed è stata più pericolosa in dieci, come già successo in passato. Sarri mette la formazione-tipo ma in panchina non ha né Mertens né Gabbiadini; Mancini mette la stessa formazione che ha battuto la Roma in casa con la differenza di Icardi al centro dell'attacco al posto di Jovetic. In mezzo al campo, dove pulsa l'emozione, Sarri mette Jorginho spalleggiato da Hamsik e Allan a fronteggiare il trio nerazzurro Brozovic-Medel-Guarin. L'Inter si presenta qui da prima in classifica ma senza il timbro della bellezza addosso; il Napoli - che può vantarsi di una striscia di 24 gare con almeno un gol al San Paolo - ha la serata nelle mani e la prospettiva di poter vivere una settimana da capoclassifica. Il pronti-via è roba fatta così: da una parte l'Inter non sfrutta un retropassaggio di Ghoulam, mentre dall'altra Murillo svirgola, palla a Higuain che dopo nemmeno due minuti giocati infila una rete spettacolare con torsione a Nagatomo steso, Handanovic impietrito e difesa nerazzurra basita. Subito uno a zero, Inter annichilita. E la miglior difesa del campionato che prende subito una lezione. L'Inter è davvero stordita: il Napoli arriva al tiro, Mancini si scaglia verbalmente contro i suoi che guadagnano un solo calcio d'angolo e non riescono a far salire la squadra perché Guarin e Brozovic non tengono le furbe sfuriate di Hamsik e Allan. Soprattutto il colombiano viene preso spesso in mezzo, e l'Inter paga il fraseggio dei partenopei. La sostanza, anche visiva, è che il Napoli copre il campo in maniera armoniosa, perfetta, con spostamenti che non lasciano mai vuoti pericolosi; l'Inter, invece, non riesce ad avere la stessa scioltezza di movimenti della squadra di Sarri, e per questo sono più i lanci lunghi per respirare. Un'eccezione c'è: Guarin, minuto 29, rientra sul sinistro e il suo tiro a incrociare finisce alto con Reina che guarda sereno sereno. Il Lato A del match, insomma, si chiude con altre avanzate del Napoli (Murillo chiude su Pipita) e l'Inter che ha un sussulto con Ljajic (dinamico) e Perisic che manda di poco a lato da centro area. La frittatona la fa Nagatomo: ammonito da poco, entra su Allan in scivolata. Rosso al minuto 45 con due di recupero, Mancini sbraita, la severità di Orsato non fa sconti. Nella ripresa, Mancini sostituisce Icardi con Telles mantenendo la difesa a 4: a Nagatomo ammonito, il tecnico nerazzurro voleva già infilare il brasiliano per il giapponese, ma evidentemente non aveva trovato il tempismo giusto per operare il cambio. Il Napoli non cambia, e nemmeno lo spartito del match: l'Inter ha dieci uomini e il 4-4-1 con Ljajic unica punta, Sarri comanda con la solita compattezza e la calma di quelli che al momento sono i più forti. Guarin e Allan si sbraitano addosso e prendono il giallo, Mancini infila Biabiany per un Guarin insufficiente. Poi, ecco il raddoppio del Napoli, immediato: Albiol, di testa, allunga la palla in profondità, Miranda e Murillo non colgono l'attimo e ingenuamente restano basiti davanti allo scatto di Higuain. Botta precisa e 2-0 Napoli. I nerazzurri hanno un moto d'orgoglio: Ghoulam non fa la cosa giusta e Ljajic infila il 2-1 al minuto 22'. C'è ancora partita? Una bella azione di Ljajic fa tremare il Napoli, poi Mancini infila Jovetic ed è lui a prendere il primo palo nel recupero col secondo smanacciato da Reina su colpo di Miranda. San Paolo primo in classifica.