La FCA ha ritirato la proposta fatta a Renault di una fusione al 50%, proposta in questi giorni e che avrebbe fatto diventare FCA-Renault il terzo polo più importante del mercato automobilistico.
La proposta è stata ritirata a seguito la continua ingerenza del governo Francese che detiene il 15% delle azioni di Renault che ha fatto si vi fosse una richiesta di ulteriore tempo per decidere .
Il Governo francese si era dichiarato favorevole alla fusione, tuttavia aveva chiesto delle garanzie che poi si erano trasformate in richiesta che avrebbero alterato lo spirito di fusione dando forse l’idea di una acquisizione.
In particolare Parigi chiedeva si garanzie sulla governance, ma chiedeva che la sede di lavoro della newco fosse in Francia, oltre che al futuro degli stabilimenti francesi e dei suoi lavoratori.
E’ dopo quindi una riunione del CDA della FCA durata sei ore e presieduta da John Elkann che si è deciso di ritirare l’accordo.
Lo rende noto una nota diramate da FCA che asserisce:
"Fca continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti.
E' tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo.
Fca esprime la propria sincera gratitudine a Groupe Renault, in particolare al suo presidente, al suo amministratore delegato e agli Alliance Partners, Nissan Motor Company e Mitsubishi Motors Corporation, per il loro costruttivo impegno in merito a tutti gli aspetti della proposta di Fca.
Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente".
Di sicuro una occasione perduta, ma certamente una ingerenza di un Governo che certamente con l’intento di “proteggere” le aziende ed i lavoratori Francesi, tende direttamente o indirettamente a nazionalizzare le imprese.
Lo avevamo già notato nella vicenda con Fincantieri di qualche tempo fa.
Sintomatica infatti la frase del CdA di FCA quando asserisce che attualmente non vi sono le condizioni politiche per una operazione di questo genere.
Lascia perplessi tuttavia il silenzio del Governo Italiano che non sembra abbia avuto alcun interesse se non qualche affermazione di qualche esponente dopo che l’accordo era saltato.