Mercoledì, 03 Luglio 2024 09:45

Musica e sapori: le intime relazioni spiegate dal maestro Peppe Vessicchio

Pubblicato in Cultura

In tutte le librerie è disponibile da qualche tempo un affascinante e scorrevole libro scritto da Peppe Vessicchio intitolato “ La musica fa crescere i pomodori” edito da Feltrinelli. Si tratta di un lavoro estremamente curato e fluido che si lascia apprezzare per la grande semplicità espositiva, l’agilità lessicale e la profondità delle considerazioni effettuate dall’autore. Dietro il titolo apparentemente leggero ed audace al medesimo tempo c’è un sottile e certosino lavorio di equipe che coinvolge non soltanto il celeberrimo direttore d’orchestra napoletano, ma anche l’Università di Firenze.  Grazie agli approfondimenti tecnici e scientifici intrapresi dal Dipartimento di Neurobiologia Vegetale dell’Università degli Studi di Firenze è stato possibile appurare la bontà degli apporti di musica classica ai filari di vite afferenti il Brunello di Montalcino. Le viti “trattate” con i sontuosi contributi armonici originati da Mozart hanno mostrato caratteristiche organolettiche migliori di quelle non sottoposte allo stesso processo. Il vino è un organismo vivente in continua evoluzione perfettamente in grado di interagire con l’ambiente esterno, i campi elettrici in esso contenuti e le vibrazioni veicolate dall’aria. Dunque nessuno stupore se a far vibrare i tannini e i polifenoli presenti nel nettare di Bacco è la magistrale musica di Mozart. Secondo gli esperti il superbo artista austriaco era capace di scrivere musica mentre giocava a biliardo, stillando armonie e sequenze di incomparabile pregio compositivo. Lo stesso Mozart ignorava quasi certamente l’infallibile portata del suo estro musicale e l’ impetuoso effluvio di emozioni generate dai suoi rutilanti componimenti. Sembra che se ne siano avveduti non solo gli uomini dotati di maggiore propensione artistica e sensibilità, ma pure il vino, le zucchine, le melanzane ed i pomodori. Il mondo vegetale, dunque, mostra di reagire quasi con innata gratitudine alle sopraffine sollecitazioni acustiche assorbite dall’esterno, sdebitandosi affabilmente con gusti e sapori maggiormente inebrianti. Perfino la pasta di Gragnano riesce ad essere più generosa e ricca di aroma rimanendo perfettamente al dente più a lungo, grazie ad un “trattamento musicale” ad hoc, prima e durante la cottura. Le ricerche effettuate dal musicologo napoletano in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze suggeriscono certamente nuove sinergie nutrizionali ed estetiche declinabili in armonia con la natura e le sue differenti protrusioni artistiche. Un concetto caro al professor Fukuoka, celebre nutrizionista esperto di agricoltura giapponese vissuto nel secolo scorso. Sarebbe interessante proseguire le ricerche avviate dal maestro Vessicchio e dall’Università di Firenze provando ad estendere gli esperimenti succitati anche alle liriche di notevoli musicisti campani recentemente scomparsi come Fausto Mesolella, Pino Daniele, Rino Zurzolo e Pinuccio Mango. Non si può escludere che alcune delle loro canzoni, unitamente a taluni toccanti monologhi concepiti da mirabili icone quali Eduardo, Totò e Troisi non riescano a riesumare in qualche modo i sopiti entusiasmi dei succulenti sapori della nostra terra.

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