Passeggiando per le vie dell'antica città di Pompei è possibile per i visitatori tuffarsi in un salto temporale nel passato di circa duemila anni: ogni pietra, colonna, affresco, domus narra la storia dei cittadini pompeiani, la loro vita quotidiana, i loro affetti fino alla tragica eruzione del Vesuvio nell'autunno del 79 d.C. che ha cristallizzato con cenere e lapilli la tragedia e la bellezza della ridente cittadina nei secoli. Una memoria storica unica al mondo, invidiataci da tutti e che sembra indossare una nuova veste. Dal 15 marzo infatti sono state aperte al pubblico cinque nuove domus, restaurate per merito del Grande Progetto Pompei, grazie ai loro affreschi e ai lussureggianti giardini è possibile rievocare la storia dell'elite dell'ultima fase della colonia. La Praedia di Giulia Felice, la Casa di Loreio Tiburtino, la Casa della Venere in Conchiglia, la Casa di Marco Lucrezio Stabia e la Casa del Frutteto: queste le cinque "reginette" di Pompei, riportate alla vita proprio com'erano prima della tragedia. Ma che cos'hanno di affascinante queste cinque gemme pompeiane? La domus della Venere in Conchiglia presenta al suo interno un affresco che anticiperebbe la famosa Venere di Botticelli, circondata da rigogliosi giardini anche dipinti sulle pareti; il delizioso complesso di Giulia Felice, potremmo definirla una beauty farm dell'antichità, la sua proprietaria infatti aveva aperto il lussuoso edificio per manifestazioni, affitti di camere e per permettere ai suoi ospiti di usufruire delle magnifiche e tranquille terme; la domus di Marco Lucrezio sulla via Stabiana che è riuscita ad affascinare Pablo Picasso e Léonide Massine; la domus del Frutteto con i suoi giardini incantevoli, situata in via dell'Abbondanza, che presenta un atrio decorato in marmo nero e bianco ed infine la domus di Loreio Tiburtino, detta anche domus di Octavius Quartius, dove è possibile ammirare gli struggenti affreschi del doppio suicidio d'amore di Piramo e Tisbe e del Narciso che si specchia nelle acque. Il direttore della Soprintendenza Massimo Osanna spiega inoltre come potranno essere effettuate le visite ai nuovi siti: " La mia idea è quella di procedere ad una rotazione di domus, il che significa che alcune Case saranno aperte alternativamente di mattina o di pomeriggio, questo anche per poterle tutelare al meglio." Ma le novità non sono finite, in contemporanea con il Museo Archeologico di Napoli , l'Anfiteatro ospiterà fino al 15 giugno la mostra "Mito e natura", dove per la prima volta Pompei tornerà a vedere gli organici. "I resti organici dialogano così con gli affreschi- spiega Massimo Osanna- che verranno staccati dalla Domus di Giulia Felice e esposti dinanzi le vetrine che raccolgono gli organici: da un lato si potranno osservare le nature morte che "imitano" la natura e dall'altro lato i frutti e il pane carbonizzato o sepolto dal fango". Tante dunque le riaperture previste per il sito archeologico che vanta ogni anno un elevato numero di visitatori e sognatori che amano passeggiare tra le lussuose dimore e i giardini rigogliosi sospesi nel tempo.