Venerdì, 22 Novembre 2024 08:29

  1. Osvaldo cosa ci racconti di te, chi sei? Cosa fai nella vita?

Nella vita lavoro come programmatore sui computer. Anche se a conversare in un blog non si direbbe. Scrivo da una decina di anni, quasi per caso, invogliato da un'amica con cui ho condiviso il primo romanzo. Mi occupo di teatro. Scrivo sceneggiature per la compagnia teatrale del mio paese. Amo la montagna, il tennis. Amo la buona tavola. Ho molti amici che, insieme alla mia famiglia, sono la mia vita.

  1. In che situazione scrivi i tuoi libri? Di notte, di giorno... in una stanza in particolare... in viaggio?

I libri li scrivo soprattutto di sera. Prima di tutto per questioni di tempo. Durante il giorno lavoro. Metto la musica che penso si adatti a quello che sto descrivendo e abbandono il mondo per qualche oretta.

  1. Nel descrivere i vari personaggi delle tue storie ti sei mai ispirato a qualcuno?

Io penso che sempre nel descrivere i personaggi delle mie storie mi sono ispirato a persone conosciute. Possono essere persone amate o semisconosciute, che mi hanno colpito per qualcosa in particolare. Però la cosa non è voluta. Me ne accorgo rileggendo, ripensando a quello che ho scritto.

  1. Cosa ti ha dato l’ispirazione per la scrittura del libro?

Il mio primo romanzo, che amo in modo particolare, è nato dall'amore di Nadia per Siena. Nadia è la persona che mi ha convinto a provare a scrivere. Abbiamo scritto insieme questo romanzo, ambientato nella Siena del Medioevo, soprtattutto per il suo amore per la storia, che poi mi ha coinvolto. Nadia purtroppo oggi non può essere qui a commentare le mie parole. Studiando con lei il lontano 300 senese, visitando i posti descritti nel romanzo, compiendo ricerche su ricerche, ho iniziato a vedere un mondo passato, ma vivo, in cui fare muovere i nostri personaggi è stato un gioco molto molto piacevole.

  1. Raccontaci del tuo libro...

"L'ultimo volo dell'angelo" è un romanzo storico tinto di giallo. Racconta il medioevo di Siena all'interno dello spedale del Santa Maria della Scala. I personaggi principali sono i monaci che vivono nella struttura. In parallelo si racconta la vita di un fabbro di San Gimignano, felice con una moglie stupenda e una figlia meravigliosa. Sino a quando succede l'imprevedibile. Una disgrazia colpisce la sua famiglia. E la colpa è di un ricco signore di Siena. Da qui parte la vendetta del giovane che si interseca con la vita quotidiana all'interno dello spedale. Il lettore si trova di fronte ad enigmi tipici di un noir. Avvengono omicidi. Misfatti. E non se ne conosce l'autore. Sino alla fine. In pratica succede che...

  1. Preferisci essere pubblicato da una CE, oppure preferiresti rimanere indipendente?

Personalmente io ho pubblicato i miei primi due romanzi con la Curcio di Roma. Non una grossa casa editrice, ma discreta. L'aiuto che mi è stato offerto è stato davvero notevole, sia per l'edizione del romanzo, che per la diffusione. Per cui, non avendo molto tempo da dedicare alla edizione preferisco una buona casa editrice.

  1. Quante storie, romanzi, racconti, libri, e-book hai scritto finora?

Io ho scritto 3 romanzi, una decina di racconti, tutti pubblicati in antologie e una decina di sceneggiature teatrali.

  1. Quando hai incominciato a scrivere, eri sicuro di diventare scrittore?

Diventare scrittore è una frase importante. A me basta vedere sorridere o piangere o spaventarsi chi legge i mie scritti. Poi... se diventassi anche scrittore... Per davvero...

  1. Apriamo il tuo ultimo libro... troviamo i tuoi personaggi... ti va di raccontarci un personaggio, le sue espressioni, cosa rappresenta, come si comporta...

Il personaggio che adoro del mio romanzo è il fabbro (non ha un nome...). Prima di tutto perchè è la parte del romanzo che ho curato io. Ma a parte tutto, è la sua vita che mi ha preso. Mi sono messo nei suoi panni. Felice. Felicissimo. La gioia al massimo livello. E poi la disgrazia. L'odio. Sempre più forte. Da oscurare tutto e tutti. Sino ad azioni sconsiderate, oltre ogni limite umano. Mi ha davvero trascinato con lui. Sino alla fine. Tragica ma, secondo me, bellissima. Una divina commedia al contario: dal paradiso all'inferno.

  1. Lasciaci un pezzo estratto dai tuoi libri...

Caterina era davvero bellissima. La cascata dei riccioli biondi spiccava brillante contro il candore della veste e delle ali. Non sembrava avere paura. Teneva lo sguardo fermo, fisso in un punto lontano. L’espressione del suo viso, per quel che si riusciva a scorgere, era remota, distaccata. Quasi angelica, pensò con una stretta al cuore.

  1. Qual è il tuo pubblico ideale? A che lettore pensi quando scrivi?

Personalmente non penso a un pubblico in particolare. Certo so di non essere proprio vicino al gusto dei giovani. Ma molti di loro che hanno letto il mio romanzo mi hanno fatto sinceri complimenti. Come ho già detto - sicuramente è condizionato dallo scrivere per il teatro - scrivo per donare momenti pieni di emozioni a chiunque mi voglia leggere

  1. Prossimamente... cos’hai in programma?

In questo momento scrivo racconti per una "ragazza" un po' testarda ma con la quale vado veramente d'accordo. Scrivo per lei nel senso che partecipo alle sue antologie il cui ricavato è a scopo benefico, naturalmente. Continuo con le sceneggiature (ne ho fatta una anche per uno spettacolo di danza del ventre...). Purtroppo non riesco a trovare la concentrazione per affrontare un altro romanzo. Ma, prima o poi, andrò in pensione. Accidenti!

 

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