Theodor W. Adorno (1903-1969) è stato uno dei filosofi e sociologi più influenti del XX secolo. Nato il 11 settembre 1903 a Francoforte sul Meno, in Germania, Adorno è stato un pensatore eclettico che ha contribuito in modo significativo alla teoria critica, alla sociologia, all'estetica e alla filosofia sociale. La sua analisi profonda e critica della cultura moderna e della società ha lasciato un'impronta duratura nel pensiero contemporaneo. Theodor Wiesengrund Adorno nacque in una famiglia ebrea di cultura borghese. Sin da giovane dimostrò un notevole interesse per la musica e le arti, e ricevette una formazione musicale molto solida. Studiò filosofia, sociologia e psicologia all'Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte, dove divenne amico e collaboratore di Max Horkheimer, un altro influente filosofo tedesco. Insieme, i due fondarono l'Istituto di Ricerca Sociale di Francoforte, noto come la Scuola di Francoforte. L'Istituto di Ricerca Sociale di Francoforte era un centro di studi critici che si concentrava sull'analisi dei fenomeni sociali, politici e culturali. La scuola era interessata a comprendere il funzionamento della società moderna e a indagare le cause dell'alienazione e della dominazione sociale. Questa approccio si è trasformato nella "Teoria Critica," un approccio multidisciplinare alla comprensione della società e del potere.
Le Opere Più Famose di Theodor Adorno: "Dialettica dell'Illuminismo" (1944): Questa opera, scritta insieme a Max Horkheimer, analizza la cultura dell'Illuminismo e la sua evoluzione nella modernità. Esplora come la ragione strumentale, sebbene promuova il progresso tecnologico, abbia anche portato alla disumanizzazione e all'alienazione dell'individuo. "Minima Moralia" (1951): Questo lavoro è una raccolta di aforismi e riflessioni critiche sulla cultura e la società contemporanea. Adorno esplora temi come la cultura di massa, la società di consumo e l'omogeneizzazione della vita moderna. "La Personalità Autoritaria" (1950): Questo libro, scritto insieme ad altri autori, indaga l'origine e la natura dell'autoritarismo nella società moderna. Esamina come certe strutture sociali e familiari contribuiscano alla formazione di personalità autoritarie e intolleranti. "Estetica Negativa" (1970, postumo): Questa monumentale opera postuma presenta una teoria critica dell'arte e dell'estetica. Adorno sostiene che l'arte deve essere negativa e provocatoria per essere autentica, sfidando lo status quo e mettendo in discussione le convenzioni culturali. "La Società Industriale e il Mito" (1969, postumo): Questo libro offre una riflessione sul ruolo dei miti e dell'immaginario nella società industriale moderna. Esplora come i miti influenzino l'opinione pubblica e la percezione collettiva della realtà. La morte prematura di Adorno nel 1969 non ha impedito la diffusione della sua influenza e del suo pensiero. Le sue opere continuano a essere studiate e discusse da studiosi di filosofia, sociologia, estetica e studi culturali. La sua critica della cultura di massa, della società tecnocratica e della perdita dell'autenticità umana è particolarmente rilevante nella società contemporanea. La Teoria Critica di Adorno ha influenzato molti movimenti sociali e intellettuali, e il suo impegno per il pensiero critico e l'umanesimo è una parte importante della sua eredità.
Luigi Speciale
Immigrazione, razzismo, xenofobia al centro del film di Amatucci Mercoledì 26 febbraio alle ore 20.45 in via Borsellino a Caserta.
Sarà l’immigrazione il tema del nuovo appuntamento mensile della rassegna cinematografica Independent Duel diretta da Christian Coduto. Sul grande schermo potremo finalmente vedere CAINA , una storia di disumanità e orrore, firmata da Stefano Amatucci, che ha ottenuto un notevole riscontro, di pubblico e critica, in Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Estonia, Australia, Argentina, Uruguay e Stati Uniti. Il regista, l’attrice protagonista Luisa Amatucci (famosa tra l’altro per il ruolo di Silvia nella serie tv ‘Un posto al sole’) e lo sceneggiatore Davide Morganti (autore dell’omonimo romanzo dal quale è stato tratto il film) incontreranno il pubblico del Duel Village di Caserta mercoledì 26 febbraio alle ore 20,45. Dopo una lunga esperienza televisiva in fiction di successo come ‘Un posto al sole’ e ‘La squadra’, Stefano Amatucci firma un lavoro estremo e coraggioso sul tema dell’immigrazione selvaggia, sulle conseguenze di un fenomeno che spesso alimenta traffici illegali, sul razzismo e sulla tragedia umana che si consuma ormai quasi quotidianamente sulle coste italiane. La storia è quella di una ‘trovacadaveri’, interpretata magistralmente da Luisa Amatucci, che ha il compito di recuperare i corpi degli extracomunitari annegati nel tentativo di raggiungere il nostro Paese e di trasportarli in un centro di smaltimento. Nel cast anche Isa Danieli, Gabriele Saurio e Helmi Dridi. Vincitore del Paris Lift-off Festival, Caina ha ottenuto anche una nomination tra le cinque migliori opere al Global Lift-off Festival di Londra. ‘Questo film – spiega il regista – racconta una storia tragica calata in una realtà distopica, visionaria. Una storia che racchiude le angosce dell’uomo comune e la sua ordinaria follia’. Al dibattito sarà presente anche una delegazione del centro sociale ex Canapificio di Caserta.
LA TRAMA
Caina è una “trovacadaveri”: il suo compito è quello di raccogliere tutti i corpi annegati degli extracomunitari che dall’Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva. Lei sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi, ne ascolta le sofferenze, le angosce, le delusioni. I cadaveri arenati vengono smaltiti sciogliendoli nel cemento in un centro di smaltimento statale. Anche Nahiri, tunisino, fa il “trovacadaveri”, ma è abusivo. Insieme ad un gruppo di immigrati irregolari, per sopravvivere, va in giro rubando dalle rive i cadaveri degli stranieri, vendendoli sottobanco al centro di smaltimento grazie alla connivenza della sua dirigente, l’anziana signora Ziviello, che opera nel malaffare. La merce è difficile da recuperare, così gli abusivi decidono di annegare a mare quelli che arrivano vivi. Nahiri non ci sta e abbandona il gruppo offrendosi di lavorare per Caina. Si scrutano diffidenti, si annusano come belve. Si scatena tra i due una guerra di civiltà.
Parte da Capua il ‘Cuoreinallarmetour’ di Lorenzo Marone, lo scrittore ha scelto infatti il Circolo dei lettori - Cose d’Interni Libri come prima tappa della presentazione della sua nuova e attesissima opera ‘Inventario di un cuore in allarme’ pubblicata da Einaudi. Sabato 15 febbraio alle ore 19,00 incontrerà il pubblico nell’ambito degli appuntamenti di ‘Capua il Luogo della Lingua [fuori] festival’ diretto da Giuseppe Bellone. Un gradito ritorno per lo scrittore napoletano che qui ha ricevuto il Premio Placito Capuano nel 2018. Introdurrà il reading la scrittrice Marilena Lucente per dare vita ad un viaggio fatto di confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in allarme». Che prende in giro se stesso mettendo in scena quello che, da Molière a Woody Allen, è sempre stato il più irresistibile dei personaggi tragici: l’ipocondriaco. Un libro a metà strada tra saggio e romanzo in cui il tema delle paure viene affrontato come se fosse una sorta di inventario ironico delle fobie.
IL LIBRO
Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici.
Lorenzo Marone (Napoli, 1974) ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi 2015; Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto - Città di Cave 2016), che ha ispirato un film, La tenerezza, diretto da Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi 2016; Premio Como 2016), da cui verrà tratto un film omonimo per la regia di Marco Mario De Notaris; Magari domani resto (Feltrinelli 2017; Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018; Premio Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019) e il saggio Cara Napoli (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha pubblicato Inventario di un cuore in allarme (2020). Ha una rubrica domenicale, «I Granelli», su «la Repubblica» di Napoli; collabora con «il venerdí di Repubblica» e con «tuttolibri». È tradotto in sedici Paesi.
IL FESTIVAL
Capua il Luogo della Lingua è il Festival promosso dall’associazione Architempo che dal 2005, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, coinvolge la città di Capua ogni anno e vede la letteratura attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il cinema, il teatro, l’architettura, l’arte visiva, la musica e tutte le sue declinazioni.
È a Capua, altera Roma secondo Cicerone, considerata “Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, che nel 960, precisamente 1060 anni fa, si ha il “Placito Capuano”.
Il “Placito Capuano” è unanimemente riconosciuto dagli storici come il primo documento scritto del volgare italiano. L’idea di ispirarsi a esso per il tema di un festival nasce proprio dall’esigenza di sottolinearne l’importanza per il nostro patrimonio linguistico e culturale. Gli eventi letterari, musicali, teatrali, gli incontri, le mostre d’arte, e gli eventi gastronomici e la rievocazione storica, e il Premio Placito Capuano, che caratterizzeranno “Capua, il luogo della lingua Festival XV edizione” hanno come filo conduttore LA SCRITTURA, asse portante del festival, che verrà declinata attraverso varie forme d'arte, traendo spunto dal presupposto storico del Placito capuano, primo documento scritto del volgare italiano, che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi.
L’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio della grande storia nel nostro territorio, si trasforma nei giorni del Festival in palcoscenico. In quindici anni i nomi più illustri del panorama letterario e culturale italiano sono passati da qui. Cultura, letteratura, teatro, cinema, musica e gastronomia si fondono nei luoghi più suggestivi della città, per dare vita ad un unico grande spettacolo dal vivo, espressione di una poliedricità che appartiene al linguaggio, anzi ai linguaggi, che non poteva non essere celebrata a Capua, uno dei luoghi simbolo del patrimonio che prima di ogni altro ci rappresenta, la lingua italiana.
IL PREMIO PLACITO CAPUANO
Il Premio Placito Capuano, istituito nel decennale del festival, e che da allora connota ogni edizione de Il Luogo della Lingua, viene assegnato a una personalità del mondo culturale che attraverso il suo lavoro, in vari modi e con vari linguaggi e declinazioni, dia un contributo importante alla diffusione della lettura in Italia.
Hanno ricevuto il Premio negli anni scorsi, la scrittrice Dacia Maraini (2014), il regista Matteo Garrone (2015), l'attore e scrittore Marco D'Amore (2016), lo scrittore Maurizio de Giovanni (2017), lo scrittore Lorenzo Marone (2018). Nel 2019 il Premio Placito Capuano è stato consegnato a Saverio Costanzo, regista de L’amica geniale, fortunata serie televisiva tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante. Il premio sin dalla sua prima edizione è stato realizzato dall'artista Roberto Branco, che si è sempre ispirato alla famosa frase contenuta nel Placito, che documenta il primo “volgare” scritto in un documento ufficiale:«Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti.» (Capua, marzo 960 d.C.)
Nel 2017 di fronte alla Chiesa longobarda di San Salvatore a Corte, è stato inaugurato il cippo commemorativo del Placito alla presenza del professore Francesco Sabatini, (linguista, filologo e lessicografo italiano, attualmente Presidente Onorario dell'Accademia della Crusca, di cui è stato Presidente dal 2000 al 2008), che ha consacrato Capua città della Lingua.
La realizzazione del monumento, ha portato l'artista a scegliere di progettare come Premio una riproduzione in scala ridotta del cippo, così per meglio sintetizzare in un manufatto artistico l'identità della Città e sottolineare il ruolo di capoluogo culturale che il passaggio della grande Storia sul suo territorio, ha conferito a Capua.
La magia delle tradizioni, i culti popolari, la solidarietà e la riscoperta delle radici. Questo e tanto altro è ‘Capua Città Madre’. Un evento unico nel suo genere che per l’intera settimana racconterà la storica città di Capua attraverso le arti. In programma mostre, spettacoli musicali e teatrali, reading, esibizioni di danza, percorsi turistici e culturali, visite guidate, mercatini natalizi. Un calendario ricco di appuntamenti e di artisti che accompagneranno i capuani verso la tradizionale processione dell’Immacolata che, da oltre cento anni ormai, si svolge alle 4,30 del mattino dell’8 dicembre. Una venerazione, quella Mariana, che nella città di Capua ha origini antichissime e che consente al territorio di recuperare lo spirito identitario delle sue origini e della sua storia, riscoprendosi città organica e profonda, come una Madre. Ospite d’onore della manifestazione, l’attrice Marina Confalone, premio David di Donatello nel 2019 per ‘Il vizio della speranza’, che sabato 7 dicembre a mezzanotte nella chiesa di Sant’Eligio si esibirà in ‘Terra Madre’, reading teatral-musicale, sulle note di Gianni D’Argenzio. L’intera rassegna è stata presentata domenica 1 dicembre al Museo Provinciale Campano in occasione di un convegno di studi con protagonisti, tra gli altri, il critico d’arte Giorgio Agnisola e il professore Nicola Melone, già preside della facoltà di Scienze dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’. Tra gli eventi più attesi la mostra itinerante incentrata sul concetto di ‘madre’, curata da Luigi Fusco e Francesca Picciuolo, che coinvolgerà ben quaranta artisti del territorio. Ma anche il concerto dell’Immacolata che - domenica 8 alle ore 11 nella Chiesa del Gesù Gonfalone – vedrà esibirsi gli studenti del Liceo Musicale ‘Luigi Garofano’.
E poi tanti attori, compagnie di danza, musicisti, scrittori che dal 5 all’8 dicembre si alterneranno in alcune delle location più suggestive della città. Dalla Basilica di Sant’Angelo in Formis al Chiostro dell’Annunziata, al Quadriportico della Cattedrale, a Palazzo Fazio, alle Chiese a Corte. Gran finale domenica 8 alle ore 21 nella chiesa di Sant’Eligio con il concerto ‘Essenze’ con brani musicali pensati, scritti e realizzati specificatamente per la città di Capua. Lo spettacolo è ispirato infatti alle suggestioni delle Matres Matutae, ospitate nel Museo Provinciale Campano. L’evento ‘Capua Città Madre’, promosso dal Comune di Capua e patrocinato dalla Regione Campania, è stato fortemente voluto dal sindaco Luca Branco, dall’assessore comunale al turismo, Loredana Affinito, e dal consigliere con delega agli eventi, Michele Giugno. Direzione artistica di Giuseppe Bellone. Ente attuatore ‘Le Nuvole’. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito.